Plastica, entra in vigore l’obbligo dei tappi attaccati alle bottiglie

Lifegate

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Scatta il 3 luglio 2024 una delle misure della direttiva europea sulla plastica monouso: i tappi devono restare attaccati per un lembo alle bottiglie.
  • A partire dal 3 luglio 2024, i tappi attaccati alle bottiglie diventano un obbligo di legge in tutta l’Unione europea.
  • È una delle misure previste dalla cosiddetta direttiva sup (single use plastics) adottata nel 2019.
  • L’obiettivo è quello di facilitare il corretto riciclo dei tappi, evitando che vengano dispersi nell’ambiente (compreso il mare).

Sono in commercio ormai da tempo, tanto da essere protagonisti di meme e addirittura di manifesti usati in campagna elettorale, ma a partire dal 3 luglio 2024 i tappi attaccati alle bottiglie diventano un obbligo di legge in tutta l’Unione europea. È una delle misure previste dalla cosiddetta direttiva sup (single use plastics) adottata nel 2019, la stessa che ha imposto di togliere dal commercio alcuni articoli in plastica monouso.

Cosa prevede la direttiva europea sulla plastica monouso

La direttiva sulla plastica monouso, approvata in via definitiva dalle istituzioni europee a giugno del 2019, è stata salutata come una piccola rivoluzione. Perché si focalizza su quegli articoli di plastica usa e getta che, insieme alle attrezzature da pesca abbandonate, costituiscono l’assoluta maggioranza dei rifiuti rinvenuti nei mari e nelle spiagge dell’Unione europea. Vieta dunque la vendita di bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande e aste per i palloncini fatti di plastica usa e getta, laddove esistono alternative valide ed economiche. L’Italia ha però chiesto – e ottenuto – una deroga per le bioplastiche, per salvare la sua fiorente filiera della chimica verde e della bioeconomia.

Tra le altre cose, la direttiva chiede stati anche di indicare obiettivi di riduzione di contenitori e bicchieri di plastica, di raggiungere il 90 per cento di raccolta delle bottiglie di plastica monouso, di lavorare sulla consapevolezza di cittadini e cittadine. I produttori devono precisare nell’etichetta le modalità di smaltimento, la presenza di plastica nel prodotto (è il caso di assorbenti igienici, palloncini e salviettine umidificate) e di contribuire ai costi di gestione e smaltimento.

Perché i tappi attaccati alle bottiglie: i vantaggi ambientali

Tra le ultime disposizioni a entrare in vigore, dopo cinque anni dall’approvazione della direttiva, c’è quella sui cosiddetti “tappi solidali” o tethered caps. A partire dal 3 luglio 2024, coperchi e tappi di plastica devono restare attaccati alle bottiglie “per la durata dell’uso previsto del prodotto”. Questo requisito si applica a qualsiasi contenitore per bevande con una capacità fino a tre litri: oltre alle classiche bottiglie d’acqua o di bibite, dunque, anche i cartoni di latte e succhi di frutta in Tetra Pak. Restano esclusi i contenitori in vetro o metallo che hanno il tappo o il coperchio in plastica e gli alimenti in forma liquida usati a fini medici.

La motivazione è prettamente ambientale. Se i tappi restano attaccati alle bottiglie, è più facile smaltirli e riciclarli correttamente; in caso contrario, rischiano di disperdersi nell’ambiente. Incluso il mare. A differenza delle bottiglie di Pet, più sottili, i tappi sono fatti di polipropilene e polietilene, sono più duri e quindi si biodegradano ancora più lentamente, impiegando secoli interi. Pesci, mammiferi, tartarughe e uccelli marini rischiano di scambiarli per cibo.

I contro: l’aumento del rischio microbiologico

Come qualsiasi scelta, anche questa presuppone dei compromessi. Il microbiologo Alessandro Mustazzolu, molto attivo in termini di divulgazione su Instagram, fa notare per esempio come “il tappo di una bottiglia o di una provetta è in perenne contatto con quest’ultima, è bagnato, e la contaminazione microbica derivante dall’esterno può entrare a contatto con il liquido”. Ciò significa che, in termini igienici, “i tappi attaccati alle bottiglie possono essere un problema quindi, soprattutto per liquidi non usati per molto tempo o per liquidi che possono essere validi terreni di coltura come il latte ad esempio”.

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