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L’estate si annuncia particolarmente difficile in Grecia. Già nel corso del mese di aprile erano divampati i primi incendi, lasciando presagire una stagione calda in linea con quella del 2023. Le condizioni meteorologiche, infatti, sono state particolarmente propizie allo sviluppo di roghi: secondo quanto indicato dal servizio meteo nazionale, infatti, nella penisola ellenica “il mese di giugno è stato il più caldo dal 2010, con valori mensili medi fino a 4,8 gradi Celsius al di sopra del normale per il periodo in alcune zone”.
Raffiche a 100 km/h e temperature a 44 gradi centigradi in Grecia
Così, già alla metà del mese due gravi incendi erano divampati nella periferia meridionale della capitale Atene, con le autorità che avevano disposto in particolare l’evacuazione dei residenti delle località di Lambrika Koropi e Kitsi. Una situazione che si è riproposta sabato 29, sempre attorno alla metropoli greca.
I vigili del fuoco hanno riscontrato particolari difficoltà nel domare le fiamme, alimentate da venti particolarmente sostenuti, con raffiche che hanno superato in alcuni casi i 100 chilometri orari, e da temperature che in alcuni casi hanno raggiunto i 44 gradi centigradi. Sono stati così necessari due giorni per circoscrivere i roghi: “Al momento non c’è più un fronte attivo”, ha confermato lunedì 1 luglio il portavoce dei pompieri greci, Vassilis Vathrakoyannis. Ma le autorità della nazione europea hanno dovuto inviare sul posto numerosi mezzi per evitare il peggio.
Divampati altri 52 incendi, situazioni critiche sulle isole di Chio e Kos
Ad essere colpite sono state in particolare la stazione balneare di Keratea, e l’area boschiva ai piedi del monte Pentelico, a nord di Atene. Il bilancio è di un morto – un uomo di 45 anni colto da arresto cardiaco mentre tentava di fuggire nel centro abitato di Stamata – e di importanti danni materiali.
Ma se i due incendi divampati attorno alla capitale sono stati domati, nella stessa giornata di lunedì i vigili del fuoco hanno registrato 52 nuovi roghi, con la situazione più difficile sull’isola di Chio, nella porzione nord-orientale del mar Egeo. Qui sono attualmente impiegati 142 pompieri, sette aerei e tre elicotteri. Similmente, sull’isola di Kos, le autorità hanno chiesto a residenti e turisti di abbandonare le località minacciate dalle fiamme: in questo caso i pompieri sul posto sono 102, assieme ad otto aerei.