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BOLOGNA – I gioielli ‘tech’ di Hera in mostra per la Giornata mondiale della terra. In vista del 22 aprile, la multiutility apre le porte dei due poli di Telecontrollo a Forlì e di Analisi di Ravenna, centrali ad alta concentrazione di innovazione e tecnologia, per illustrare il funzionamento di sale e laboratori, con l’obiettivo di mostrare gli sforzi del gruppo verso il potenziamento infrastrutturale, dei processi predittivi e di gestione da remoto per migliorare i servizi e l’attenzione alla lotta al cambiamento climatico. Fondamentali nel monitoraggio quotidiano di tutte le attività del gruppo, dal controllo in tempo reale di tutti gli impianti del gruppo fino alle 2.000 analisi al giorno di campioni d’acqua che fanno di quella del rubinetto “la più controllata in assoluto”, le due centrali si sono dimostrate essenziali anche nella gestione delle emergenze, come nel caso dell’alluvione in Emilia-Romagna dello scorso anno o per la tragedia di Suviana.
IL POLO DI FORLÌ
Si comincia con il Polo tecnologico di telecontrollo e call center tecnico reti e impianti, a Forlì, inaugurato nel 2008 e rinnovato recentemente con un investimento complessivo di 14 milioni di euro. Grazie a un elevato uso di tecnologia innovativa, la stessa che è alla base del funzionamento di grandi infrastrutture mondiali come la metropolitana di New York, il sarcofago della centrale di Chernobyl o l’aeroporto di Zurigo, monitora 24 ore su 24 gli oltre 10.000 impianti di distribuzione gas, idrico integrato e teleriscaldamento del Gruppo Hera, con circa 800.000 sensori distribuiti lungo 74.000 chilometri di reti, ricevendo 47 milioni di dati al giorno, e si occupa anche dell’illuminazione pubblica e semaforica di più di 180 comuni.
Nel Polo tecnologico di Forlì, da una parte, gli operatori ricevono le segnalazioni di allarme e pronto intervento e gestiscono il flusso degli interventi da remoto, dall’altra un pool di tecnici elettronici e informatici governa il sistema di telecontrollo garantendone la continuità. È tra le realtà più avanzate di questo tipo in Europa, come dimostra l’enorme schermo di 60 metri quadrati al centro del salone di monitoraggio che rivela in tempo reale l’andamento sui territorio, cuore del centro. E si è dimostrata fondamentale anche nella gestione di eventi straordinari come l’alluvione di maggio 2023, dove ha fatto da ‘cabina di regia’ dell’emergenza in collaborazione con le istituzioni e le forze dell’ordine, catalizzando le informazioni per distribuirle poi alle strutture operative.
“Siamo stati un riferimento per i cittadini che volevano delle risposte e che si sentivano isolati, soprattutto qui a Forlì, che è stato uno dei territori che ha subito maggiori danni dei cittadini che si trovavano il fango in casa”, spiega Sandro Boarini, responsabile della struttura. Al Polo di telecontrollo e gestione reti, grande protagonista è anche l’uso dell’intelligenza artificiale tramite gli algoritmi di Machine learning: un esempio è il caso dell’acquedotto di Padova gestito da AcegasApsAmga, per cui è stato sviluppato un sistema di previsione di richiesta idrica in tempo reale utilizzando modelli che tengono conto di tutti i dati e dei fattori che possono incidere sull’andamento dei consumi.
IL LABORATORIO DI RAVENNA
Il Laboratorio di Ravenna, gestito da Hera tech, si occupa invece delle analisi ambientali in concerto con la sede di Sasso Marconi (Bologna), specializzata invece in acque potabili e reflue, che insieme producono 1,5 milioni di analisi all’anno. La struttura di Ravenna è stata inaugurata nel 2022 con un investimento di cinque milioni di euro e dotata di tecnologie sofisticate per analisi di rifiuti solidi, fanghi, micro-inquinanti organici ed emissioni atmosferiche, e il monitoraggio di acque, odori, presenza di amianto o di contaminanti cosidetti ‘emergenti’, provenienti da processi di produzione come i Pfas o da cosmetici o farmaci, monitorati con microscopi e spettrometri di ultima generazione. Qui vengono condotte più di 550 analisi al giorno per garantire la tutela della salute pubblica e la sicurezza dei cittadini. Anche qui, il ruolo di ‘sentinella’ della filiera si è distinto nei momenti di emergenza, come nel caso della recente tragedia di Suviana, per aver verificato se l’acqua del bacino, che serve la popolazione di Bologna, fosse stata contaminata in seguito all’esplosione della turbina della centrale idroelettrica di Bargi.
Immediatamente la sera stessa le nostre squadre di campionamento si sono recati in loco, a presidio immediato della qualità dell’acqua”, ricorda Chiara Lambertini, responsabile Laboratori del Gruppo Hera.
Grazie al campionamento e all’analisi vengono poi costantemente monitorate le emissioni di biogas provenienti da impianti di compostaggio e di produzione di biometano, discariche e depuratori biologici, insomma tutto il ciclo che segue il concetto di ‘economia circolare’ caro a Hera, valutandone impatto chimico e biologico.
I laboratori di Hera spingono tanto anche sull’innovazione, con sperimentazioni per accompagnare la transizione verso l’idrogeno o strumentazioni all’avanguardia per intercettare i nuovi microinquinanti. “In passato non c’era la tecnologia che ci permetteva di vederli in faccia- prosegue Lambertini- l’acqua parla di noi, rispecchia i nostri usi e consumi. Noi troviamo sostanze psicotrope, troviamo i residui di farmaci, il Covid… dobbiamo esserne consapevoli e da qui trovare nuove soluzioni”.