Equinozio d’autunno, ecco perché quest’anno è il 23 settembre

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Gli equinozi fin dall’antichità hanno rappresentato un momento 'mistico', oltre che prettamente scientifico, un 'passaggio' celebrato nel mondo e legato a numerose tradizioni

ROMA – Sebbene le temperature dicano il contrario, l’estate termina ufficialmente questo sabato, almeno astronomicamente parlando. Il 23 settembre, infatti, è equinozio d’autunno. A settembre di ogni anno, il Sole attraversa l’equatore celeste e i raggi solari colpiscono perpendicolarmente l’asse di rotazione terrestre. Questo evento prende il nome in astronomia di equinozio d’autunno.

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ECCO PERCHÉ IL 23 SETTEMBRE È EQUINOZIO D’AUTUNNO

In astronomia, l’equinozio (dal latino æquinoctium, ovvero “notte uguale”) rappresenta il momento in cui il Sole splende direttamente sull’equatore. Ciò accade a marzo (equinozio di primavera) e a settembre (equinozio d’autunno). Sebbene sia conoscenza comune che il primo giorno di autunno sia sempre lo stesso, in realtà la data può cambiare ogni anno.

Ciò dipende dal nostro calendario. La Terra impiega poco più di 365 giorni per completare una rivoluzione attorno al Sole. Tuttavia, il calendario gregoriano arrotonda fino a 365 giorni e non tiene conto dell’extra di 0,256 giorni. Le ore di scarto non le risentiamo sul calendario ma, in astronomia, fanno slittare o anticipare le date di equinozi e solstizi.

Quest’anno l’equinozio d’autunno è il 23 settembre. Nel 2024 sarà, invece, il 22 settembre.

CHE COS’È UN EQUINOZIO?

L’asse terrestre è sempre inclinato di un angolo di circa 23,5 gradi rispetto all’eclittica, ossia il piano immaginario creato dal percorso della Terra intorno al Sole. Tuttavia, sebbene l’angolazione resti la stessa, l’orientamento dell’inclinazione cambia durante l’anno. In astronomia, l’equinozio è quel momento in cui i raggi del Sole colpiscono l’asse di rotazione della Terra perpendicolarmente.

Accade in due momenti: noi dell’emisfero boreale a settembre sperimentiamo l’equinozio di autunno, a marzo quello di primavera. Viceversa avviene nell’emisfero australe.

La parola ‘equinozio’ deriva dal latino ‘aequinoctium’, ‘notte uguale’. Anche se durante l’equinozio il giorno e la notte non sono esattamente uguali, il buio e luce possono essere entrambi molto vicini a 12 ore.

EQUINOZIO TRA CULTURA E TRADIZIONE

L’equinozio coincide con molti eventi culturali, osservanze religiose e tradizioni.

Antica Grecia

Nella mitologia greca, l’autunno è associato al ritorno della dea Persefone negli inferi per stare con il marito Ade. Veniva ritenuto un buon momento per mettere in atto rituali per la protezione e la sicurezza, nonché riflettere sui successi o i fallimenti dei mesi precedenti.

Giappone

In Giappone ‘Higan’ è una settimana di festa osservata dalle scuole buddiste durante gli equinozi di settembre e marzo. Higan significa ‘l’altra sponda’ e si riferisce agli spiriti dei morti che raggiungono il Nirvana. È un momento per ricordare i morti visitando, pulendo e decorando le loro tombe. Entrambi gli equinozi sono feste nazionali fin dal periodo Meiji (1868-1912).

Mabon

Il giorno dell’equinozio d’autunno i neopagani celebrano il Mabon. Fa parte degli otto sabbat ed è una festa per onorare il raccolto e i frutti della terra, condividendoli con gli altri.

Stonehenge è il fulcro dei misteri legati al solstizio e all’equinozio. Le pietre che lo compongono sono, infatti, allineate in corrispondenza dei punti in cui il Sole sorge in quei giorni. Per questo, è stato ipotizzato che il sito fosse un antico osservatorio astronomico.

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