Emirati Arabi Uniti
Le parole del direttore del servizio cambiamento climatico di Copernicus Carlo Buontempo a pochi giorni dalla conferenza Onu di Dubai: «Speravo che potesse essere un’opportunità per i Paesi produttori di petrolio ma non vedo segnali incoraggianti»
Aumento da 2,5 a 2,9 gradi entro il 2100. Il rapporto prima del vertice Cop28 a Dubai
Secondo un rapporto dell’associazione Fair Square, gli operai sono stati costretti a proseguire nonostante ciò violi una legge degli UAE che impone di fermarsi durante le ore più calde della giornata
Che il vertice delle Nazioni Unite sul clima fosse una farsa si era intuito già da un po’, ciononostante risultava difficile credere che si potesse fare ancora peggio. Quest’anno, invece, le contraddizioni e i potenziali conflitti di interesse sono stati persino messi alla luce del sole, in bella vista, davanti agli occhi di tutti. Il risultato è che, per farla breve, le decisioni che dovrebbero risolvere la crisi climatica sono state messe in mano a chi l’ha causata. La 28esima Conferenza delle Parti sul clima (COP28), avrà infatti luogo negli Emirati Arabi Uniti e sarà presieduta dal capo del colosso petrolifero della nazione. Il sultano Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi national oil company (ADNOC), avrà il compito di definire l’agenda della principale conferenza internazionale sulle questione climatiche, rivestendo un ruolo centrale nei negoziati finalizzati a raggiungere, in teoria, un consenso su punti come la...
Ahmed Dalmook al Maktoum, il più giovane della famiglia reale di Dubai, sembra volersi prendere tutta l’Africa. La Blue Carbon, la società che presiede, sta finanziando progetti che, su carta, dovrebbero proteggere le foreste in cambio di crediti di carbonio da rivendere, ma che nel concreto suonano come una delle più grandi operazioni di greenwashing. Lo sceicco potrà per esempio vantare diritti di conservazione su circa il 20% delle aree verdi dello Zimbabwe e sul 10% della Liberia, ma gli accordi hanno toccato diverse zone del continente: a tal punto che gli Emirati si sono trovati a gestire 60 milioni di acri di foresta africana. Numeri che hanno reso la Blue Carbon una delle più grandi e critiche società di credito di carbonio. Spieghiamo di che si tratta. Per ridurre l’impatto inquinante del proprio operato, molte aziende e governi di tutto il mondo hanno deciso di compensare le emissioni di carbonio prodotte finanziando altrove progetti...