Steccato di Cutro

Als am 26. Februar 94 Menschen, darunter 35 Kinder, 40 Meter vom Strand Steccato di Cutro entfernt ertranken, sagte Premierministerin Giorgia Meloni:„Wenn wir könnten, hätten wir die Migranten gerettet.“Und er hatte die Forderungen nach Transparenz über die undurchsichtige Kette von Rettung und Rücktritt des Innenministers Matteo Piantedosi, wegen seiner selten unmenschlichen Worte unmittelbar nach der Tragödie und wegen der Rettungsaktion, nachdem sich der Schiffbruch bereits ereignet hatte, blockiert. Die Fehler, Mängel und Unwahrheiten der Regierungsversion des Cutro-Massakers Die Regierung hat den Tod der Migranten nicht absichtlich verursacht, Meloni reagierte auf diese Anfragen, während die Schuldzuweisungen und Schuldzuweisungen zwischen der Küstenwache (die dem Verkehrsministerium unterstellt ist) und der Finanzpolizei (die dem Innenministerium unterstellt ist) Fortsetzung und Frontex (die Europäische Agentur für die Grenz- und Küstenwache).Unter denjenigen, die behaup...

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Queste persone non erano nelle condizioni di essere salvate. Ma davvero, in coscienza, c’è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Cerchiamo di essere seri. La questione è semplice nella sua tragicità. Non è arrivata alcuna comunicazione di emergenza da Frontex. Non siamo stati avvertiti. Nulla di questa vicenda ha a che fare i provvedimenti del governo con le ONG.  Ha impiegato una settimana la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per commentare la strage di Cutro, in Calabria, il naufragio più grave dal 2013 sulle coste italiane che ha provocato finora la morte accertata di 72 persone, tra cui 28 minori, e una quarantina di dispersi. E lo ha fatto facendo muro su chi chiama in causa le responsabilità delle autorità italiane nella opaca dinamica della catena di soccorso e chi chiede le dimissioni del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, non solo per le sue parole di rara disumanità sub...

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È un terribile déjà vu. Un nuovo naufragio in acque internazionali che porta con sé le dinamiche di sempre: assurdi tentennamenti e contenziosi tra Stati che poi si traducono in ritardi nelle operazioni di soccorso e salvataggio. Sono passate 30 ore infatti, tra la segnalazione di Alarm Phone (call center che segnala emergenze in mare gestito dalla ONG Watch The Med), nella notte dell’11 marzo, e l’intervento delle autorità italiane, dopo l’indisponibilità e i silenzi delle autorità marittime libiche e maltesi. Il bilancio è drammatico: 17 superstiti, 30 dispersi nel mare freddo di marzo.  6⃣ Il bilancio drammatico sui 47 Naufraghi: trenta ore dopo l'🆘 AlarmPhone 17 superstiti 30 dispersi Il tempo trascorso: il contenzioso con gli altri Stati (sapendo in partenza che Libia, Malta e Grecia sono storicamente inaffidabili n.d.r) Il comunicato Guardia Costiera⚓️🇮🇹 pic.twitter.com/NN3l...

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Sono trascorsi quasi dieci anni da quando circa 600 persone persero la vita in due naufragi, il 3 e l’11 Ottobre 2013 al largo di Lampedusa. In quello dell’11 persero la vita almeno 60 minori, tanto che venne definita “la strage dei bambini”. Dal 2016, il 3 ottobre è stata istituita Giornata della memoria e dell’accoglienza, a monito che tali tragedie non si ripetessero. Dal 2014, quasi oltre 26.000 persone sono scomparse nello stesso modo nel Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee, secondo i dati forniti dal progetto Missing Migrants dell’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM). via Missing Migrants Project L’ultima strage è avvenuta all’alba del 26 Febbraio: decine di corpi sono stati trascinati dalle onde del mare in tempesta sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria, dopo il naufragio di un peschereccio partito da Smirne, in Turchia, con oltre 200 persone a bordo. Sono oltre 60 i morti...

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