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L’AI Act è ufficialmente legge. Il 21 maggio il Consiglio dell’Unione europea ha approvato all’unanimità il testo del regolamento, facendo entrare in vigore la prima norma al mondo in materia di intelligenza artificiale.
La legge vieta le applicazioni dell’intelligenza artificiale considerate “inaccettabili” in termini di livello di rischio. Tali applicazioni comprendono i cosiddetti sistemi di “social scoring” che classificano i cittadini in base all’aggregazione e all’analisi dei loro dati, la polizia predittiva e il riconoscimento emotivo sul posto di lavoro e nelle scuole.
Le regole saranno applicabili a due anni dall’entrata in vigore, dando il tempo alle aziende, e non solo, di conformarsi alla legge, ma ci sono alcune eccezioni. I divieti contenuti nel testo scatteranno dopo sei mesi, i controlli sui sistemi di intelligenza artificiale per finalità generali scatteranno dopo un anno mentre ce ne vorranno tre per gli obblighi per i sistemi ad alto rischio.
La strategia digitale europea
L’AI Act è uno dei pilastri della strategia digitale dell’Unione europea, presentata all’inizio della legislatura che si sta chiudendo proprio in queste settimane. La strategia digitale dell’Unione, pubblicata dalla Commissione europea nel febbraio del 2020, mira a posizionare l’Europa come leader nel mondo digitale per quanto riguarda i dati e l’intelligenza artificiale.
L’approccio iniziale era particolarmente ambizioso per lo sviluppo tecnologico digitale e le modalità di utilizzo della tecnologia per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica.
Meccanismo di controllo e sanzioni nell’AI Act
Il Consiglio europeo ha stabilito la creazione quattro organi di controllo affinché si possa garantire una corretta applicazione della normativa: l’ufficio AI all’interno della Commissione europea, un gruppo scientifico di esperti indipendenti il cui fine è sostenere le attività di applicazione del regolamento, un comitato per l’intelligenza artificiale con rappresentanti degli Stati membri per consigliare e assistere la Commissione e gli Stati sull’applicazione coerente ed efficace della normativa, un forum consultivo per le parti interessate che fornisca competenze tecniche al Comitato per l’IA e alla Commissione.
Il Consiglio europeo ha, inoltre, inviato una nota relativa alle sanzioni. Le multe per le violazioni dell’AI Act sono fissate come una percentuale del fatturato globale annuo dell’azienda o di un importo predeterminato, a seconda di quale sia più alto. Per le piccole e medie imprese e le start-up sono previste sanzioni amministrative.
Secondo alcuni calcoli, la Commissione europea avrà il potere di multare le aziende che violano l’AI Act fino a 35 milioni di euro o al 7 per cento dei loro ricavi annuali globali, a seconda di quale sia il valore più alto.
L’Unione europea ha colto l’opportunità di avere la prima infrastruttura legale sull’intelligenza artificiale, non senza essere comunque attenzionata dalla società civile e dalle organizzazioni che si occupano di diritti digitali per i suoi limiti nella tutela di alcune categorie. Tuttavia, molti elementi di questa norma saranno probabilmente emulati e replicati da altri organismi governativi.