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Ci sono le promesse, gli impegni, i discorsi. E poi ci sono i fatti. Venerdì 1 marzo, l’Agenzia internazionale dell’energia ha pubblicato i dati relativi alle emissioni di gas ad effetto serra provocate dal settore energetico a livello globale. Nonostante la conclamata necessità di abbattere il quantitativo di CO2, metano e altri gas che vengono dispersi nell’atmosfera, il dato complessivo a registrato un aumento dell’1,1 per cento, nel 2023, rispetto rispetto all’anno precedente.
A pesare la crescita cinese e il calo dell’idroelettrico (causato dal clima)
A pesare, secondo l’organismo internazionale, sono stati soprattutto la crescita economica cinese e il calo della produzione produzione idroelettrica. Quest’ultimo dovuto in particolare alle diffuse ondate di siccità, che hanno reso difficile sfruttare tale tipo di energia: un circolo vizioso alimentato direttamente dal riscaldamento climatico.
Il dato risulta particolarmente preoccupante se si considera che quelle legate all’energia rappresentano circa il 90 per cento del totale delle emissioni mondiali di origine antropica. In termini assoluti, l’aumento è stato pari a 410 milioni di tonnellate, il che porta la cifra complessiva a 37,4 miliardi di tonnellate in un anno. Unico elemento di speranza: la crescita è stata meno marcata rispetto a quella del 2022, quando il valore era aumentato di 490 milioni di tonnellate.
Le emissioni devono calare del 43 per cento entro il 2030
Si tratta di dati che stridono con la traiettoria che occorrerebbe seguire per limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi, di qui alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc), occorrerebbe infatti abbattere le emissioni globali (in tutti i settori) del 43 per cento, entro il 2030, se si vorrà entrare tale obiettivo. E, per farlo, sarà necessario raggiungere un picco delle emissioni entro il 2025.
La speranza è che la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili possa essere sufficientemente marcata da riportare il mondo sulla giusta strada. Il tempo, però, stringe: per garantire all’umanità l’accelerazione necessaria occorrono politiche pubbliche, investimenti, prese di coscienza da parte dei governi e del settore privato.