Uccidere 8 orsi l’anno da qui al 2026, la decisione della Provincia di Trento

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La Provincia di Trento potrà abbattere fino a 8 orsi l’anno: le associazioni animaliste pronte a ricorrere in tutte le sedi giudiziarie.
  • Il Consiglio provinciale di Trento ha approvato il disegno di legge varato dalla Giunta: fino a 8 orsi  l’anno potranno essere uccisi “per contenere il trend di crescita della popolazione”.
  • Tra gli 8 orsi non potranno esserci più di 2 femmine e 2 maschi adulti.
  • Lo sdegno delle associazioni animaliste, pronte a ricorrere al Tar, in Europa e anche alla Corte Costituzionale.

Prepariamoci ad altri casi M90. La Provincia di Trento potrà abbattere fino a 8 orsi l’anno nel 2024 e nel 2025, per “contenere il trend di crescita della popolazione di orso in Trentino”, che secondo l’ultima stima formulata nel Rapporto grandi carnivori 2022 supera le 100 unità (tenendo conto anche dei piccoli). A partire dal 2026, poi, il numero massimo di orsi di sacrificare verrà ridefinito insieme all’Ispra, sulla base dei dati demografici aggiornati.

Fino a 8 orsi l’anno, di cui solo 4 adulti

Il Consiglio provinciale, nella tarda serata di lunedì 4 marzo, ha approvato definitivamente il disegno di legge che era stato varato a gennaio, su proposta dell’assessore alle foreste Roberto Failoni, e che conferma il potere, per il presidente della Provincia di Trento, di disporre l’abbattimento di singoli esemplari problematici, (fino appunto a un massimo di 8 orsi l’anno) quale misura di sottrazione permanente all’ambiente naturale. Esattamente come fatto, dal presidente Maurizio Fugatti, solamente lo scorso 6 febbraio con M90, l’orso confidente (ma mai aggressivo verso gli esseri umani) abbattuto perché reo di aver seguito per qualche centinaia di metri una giovane coppia. Non solo: la legge prevede che tra questi 8 orsi l’anno non devono esserci più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti, per cui gli altri 4 saranno evidentemente esemplari giovani.

Mentre il Consiglio provinciale ieri approvava il testo, fuori si registrava la protesta in diretta di diverse associazioni animaliste e ambientaliste, che già erano insorte quando, in occasione dell’abbattimento di M90, non era stato dato loro neanche il tempo di presentare ricorso al Tar.

Lo sdegno delle associazioni animaliste

Secondo l’assessore Failoni  “si tratta di un cambio di passo importante” che mette un freno “all’impennata della popolazione di plantigradi, a garanzia della sicurezza delle persone, con l’effetto di migliorare anche le condizioni di lavoro degli agricoltori e di quanti lavorano nell’ambiente forestale”. Per il WWF però la decisione della Provincia autonoma di Trento, che dà il via libera all’uccisione di 8 orsi l’anno, “è demagogica e si basa su assunti che la maggioranza degli studi scientifici e delle esperienze internazionali smentiscono: gli abbattimenti non sono la strada corretta per mitigare il conflitto e favorire la coesistenza. Ancora una volta l’ente invece sceglie la strada della facile scorciatoia per affrontare nel modo peggiore il tema della convivenza tra uomo e grandi carnivori”. Secondo le associazioni animaliste “chi oggi delibera l’abbattimento di 8 orsi problematici all’anno ha fatto troppo poco in questi anni nel campo della prevenzione e della comunicazione. A mancare sono stati un adeguato lavoro di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle popolazioni residenti e diffuse e concrete azioni nel campo della prevenzione dei conflitti e dell’insorgenza di comportamenti problematici negli orsi”.

Anche l’Oipa, l’organizzazione internazionale protezione animali, ribadisce come l’orso sia protetto da disposizioni nazionali e comunitarie e annuncia battaglia: in primis l’avvio di una procedura EU Pilot, un meccanismo di cooperazione tra la Commissione europea e gli Stati membri che consente di verificare se il diritto dell’Unione sia rispettato e correttamente applicato, e l’impugnazione innanzi al Tribunale di giustizia amministrativa di Trento di ordinanze e decreti del presidente Fugatti nel caso individui singoli esemplari da abbattere. Con riserva poi di ricorrere alla Corte Costituzionale. 

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