https://www.dire.it/23-05-2024/1044070-lunistizio-su-roma-le-immagini-del-sistine-henge/
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ROMA – Un caso di allineamento intenzionale verso il punto più a nord in cui tramonta la Luna su Roma, in quello che viene definito astronomicamente Lunistizio Superiore: un inedito e magico ‘Sistine-henge’ per cacciatori di irripetibili panorami celesti. È quello identificato e fotografato dall’astrofisico Giancluca Masi, fondatore del Virtual Telescope Project e associato Inaf-Oar, insieme a Giangiacomo Gandolfi dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Roma. Gli scatti mostrano la circostanza in cui la Luna si prepara a scomparire all’orizzonte in uno dei più famosi rettilinei di Roma, composto da Via Depretis, Via Quattro Fontane e Via Sistina.
È l’Asse Sistino, centro del nuovo assetto urbanistico ideato da Sisto V e dal suo architetto e ingegnere Domenico Fontana (1585-1590) per collegare le principali basiliche e consentire un comodo pellegrinaggio tra le strade dell’Urbe. Il tratto che collega gli obelischi di S. Maria Maggiore e Trinità dei Monti, lungo circa un chilometro e mezzo, è infatti orientato verso un azimut di 307°, con un’elevazione dell’orizzonte di circa 1,5° in direzione del colle di Monte Mario, dove nel XX secolo fu trasferito l’Osservatorio Astronomico di Roma, oggi sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Questo allineamento trasforma il canyon urbano dell’antica ‘via Felice’ (dal nome di Papa Peretti) in un ‘traguardo telescopico’ che è un naturale prolungamento dell’asse della celebre basilica di Santa Maria Maggiore. La circostanza suggerisce fortemente un legame con l’orientamento originario della chiesa paleocristiana, concepita per celebrare la Vergine Maria e il suo corrispondente celeste e al tempo stesso prediletta dal pontefice e sede della sua tomba monumentale.
Il fenomeno, identificato e fotografato da Gandolfi e Masi, è stato presentato oggi al Convegno Internazionale di Corfù dedicato alla ‘Ispirazione dei Fenomeni Astronomici’. Si tratta di un fenomeno estremamente raro: si verifica appena qualche decina di volte nel corso di una cinquantina di mesi, ad intervalli di circa 18 anni. A confermare un certo grado di consapevolezza anche successivo riguardo alla esistenza e alla eccezionalità della configurazione da parte degli eruditi dell’epoca, anche una storica incisione barocca del 1696, che mostra l’obelisco dell’Esquilino utilizzato come gnomone per seguire e tracciare i complessi moti della Luna.