Poste Energia un anno dopo, il bilancio di Stefano Fumi

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Oltre 300mila contratti firmati e l’ambizione di continuare a crescere in un momento determinante per l’Italia: quello della fine del mercato di maggior tutela. A poco più di un anno dal lancio di Poste Energia, l’offerta luce e gas di Poste Italiane che vede la produzione di elettricità solo da fonti rinnovabili italiane, abbiamo deciso di fare il punto con Stefano Fumi, responsabile Business Unit Energia, per capire meglio le sfide del prossimo futuro.

Il bilancio di un anno di Poste Energia

“I riscontri numerici sono ottimi, grandiosi. La vera differenza per questa nuova offerta di Poste Italiane, però, l’ha fatta l’entusiasmo che i colleghi degli uffici postali hanno messo in questa iniziativa, la voglia di imparare, la voglia di migliorarsi e di aiutare i clienti”, ha affermato Fumi sottolineando come la peculiarità sia rappresentata dal fatto che l’operatore è il primo cliente. “Abbiamo ‘venduto’ l’offerta di Poste Energia dapprima ai nostri colleghi affinché si sentissero poi in grado di accompagnare i clienti in questa nuova iniziativa commerciale”.

E se il primo anno è stato pieno di soddisfazioni, i mesi e l’autunno che abbiamo di fronte sembrano essere più caldi che mai. La guerra in Ucraina ha rivoluzionato il mercato dell’energia, rendendolo molto più globalizzato e innescando una volatilità dei prezzi che – secondo gli esperti – continuerà per un altro paio d’anni, con esiti ancora impossibili da prevedere.

A questo elemento, inevitabilmente destabilizzante per famiglie e imprese, se ne aggiunge un altro: la fine del mercato di tutela gas, fissata (dopo diverse proroghe) per gennaio 2024 per tutte le utenze domestiche, mentre per la fine del mercato di maggior tutela luce la data è ancora in discussione; al momento si parla di aprile 2024. Ad oggi, i clienti che hanno un contratto nel regime tutelato sono ancora 19 milioni, di cui circa 12 per la luce e i restanti per il gas. Molti di loro ne dovranno stipulare uno nuovo e, prevedibilmente, saranno circondati da proposte commerciali e informazioni di ogni genere. “Noi non vogliamo partecipare a questo overload informativo. Vogliamo essere un porto sicuro che li accompagna in questa transizione che per loro è importante ed epocale per il nostro paese”.

Quale ruolo per l’Europa nella transizione energetica

Una semplicità, quella promessa da Poste Energia, che si rispecchia anche nell’unica offerta: solo energia elettrica rinnovabile prodotta in Italia e solo gas le cui emissioni sono state compensate attraverso l’iniziativa Impatto Zero di LifeGate. Una presa di posizione chiara che si inserisce nel solco della transizione energetica, per la quale l’Unione europea (e l’Italia con lei) si è data obiettivi ambiziosi. Ma “l’Europa non può fare nulla da sola”, sottolinea Stefano Fumi, auspicando che il nostro Continente riesca a tracciare la strada, dare il buon esempio affinché anche i veri protagonisti della transizione verso una forma di sviluppo pienamente sostenibile possano sentirsi ispirati e spronati a fare altrettanto. Parliamo di Cina, Stati Uniti e India.

“L’Europa può dimostrare che la transizione è possibile grazie a piani strategici quali il green deal e in questo senso può giocare un ruolo fondamentale dal punto di vista degli impatti positivi e delle tempistiche entro le quali sviluppare la transizione verso le rinnovabili. Può dimostrare agli altri come si fanno le cose e io credo che gli obiettivi [di potenza rinnovabile installata, ndr] che ci siamo dati da qui al 2050 debbano essere raggiunti a ogni costo. E il venir meno della fornitura di gas dalla Russia può aiutarci a fare passi concreti in questa direzione”.

L’intervista completa a Stefano Fumi, responsabile Business Unit Energia, curata da Tommaso Perrone, direttore di LifeGate, è sul nostro canale Youtube e su Linkedin. Tra gli argomenti affrontati, anche il ruolo di un player come Poste nel rendere trasversale l’accesso alle rinnovabili in Italia e sui prossimi passi volti a rendere l’offerta sempre più sostenibile.

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