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- Domenica 14 luglio i volontari del Wwf hanno trovato tracce di una tartaruga verde (Chelonia mydas) che ha tentato di nidificare su una spiaggia dello Ionio calabrese.
- Si tratta di un episodio eccezionale, perché le uniche tartarughe marine che nidificano abitualmente in Italia sono le Caretta caretta.
Come ogni mattina, anche domenica 14 luglio i volontari del Wwf di Vibo Valentia/Vallata dello Stilaro erano impegnati nel monitoraggio dei nidi delle tartarughe marine, quando hanno avvistato una nuova traccia. Aveva però qualcosa di diverso dal solito: non era la consueta una Caretta caretta, bensì una Chelonia mydas, meglio nota come tartaruga verde o tartaruga franca. Ciò significa che durante la notte è emersa su una spiaggia dello Ionio calabrese per tentare di nidificare. In Italia non era mai stato segnalato prima un episodio simile.
Dove vive la tartaruga verde
Delle oltre trecento specie di tartarughe esistenti nel mondo, soltanto sette vivono nel mare. E, di queste sette, sono tre quelle presenti nel mar Mediterraneo. La più diffusa – e dunque anche più nota – in assoluto è la Caretta caretta che vive nelle acque non solo dell’Italia ma anche di Grecia, Turchia, Cipro, Tunisia, Libia, Siria e Israele. Sono molto più rari però i siti di nidificazione, perché il turismo balneare rappresenta un elemento di disturbo.
Poi c’è la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la più imponente, poiché può superare i 400 chili di peso e i due metri di lunghezza. Oltre che per la grossa mole, si distingue perché il carapace non è coperto da squame bensì da una pelle dura. La terza specie è appunto la tartaruga verde (Chelonia mydas), chiamata così per il colore del grasso delle sue carni. Anch’essa ha dimensioni considerevoli (fino a 230 chili di peso e 140 centimetri di carapace), nella prima fase della sua vita è carnivora ma poi diventa vegetariana. Di entrambe, però, non sono mai stati accertati casi di nidificazione in Italia.
Perché l’avvistamento in Calabria è eccezionale
La tartaruga verde, nello specifico, è classificata come “in pericolo” dalla Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Tra le minacce che incombono sulla sua sopravvivenza ci sono la caccia, le catture accidentali, l’inquinamento e il degrado delle aree di nidificazione e, infine, una malattia virale chiamata fibropapillomatosi. Oltre che nei mari tropicali e subtropicali, è presente anche nel Mediterraneo, ma nidifica soltanto nel settore orientale.
Il Wwf sottolinea che è rarissimo avvistarla in Italia. Le segnalazioni sono state appena un’ottantina negli ultimi quarant’anni; e mai, prima d’ora, mentre tentava di nidificare. Per ora i volontari del Wwf non hanno trovato un nido, ma nei prossimi giorni ispezioneranno anche le zone limitrofe. È lecito supporre quindi che la specie si stia spostando verso ovest, anche come conseguenza del fatto che le acque del Mare Nostrum stiano diventando sempre più calde.