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- A partire dal 30 aprile, l’esportazione di animali vivi dalla Nuova Zelanda è vietata.
- La decisione è figlia anche di un gravissimo incidente avvenuto nel 2020.
Il 20 aprile, poco prima delle 6 del mattino (ora locale), la nave Dareen è salpata dal porto neozelandese di Timaru con poco più di seimila bovini vivi a bordo. È diretta verso Huanghua, in Cina, dove arriverà attorno al 9 maggio. È stata l’ultima. A partire dal 30 aprile, infatti, entra in vigore il divieto di esportazione di animali vivi. La Nuova Zelanda è la prima nazione al mondo a introdurre una misura simile, come forma di tutela per il benessere animale.
Come funziona il divieto di esportazione di animali vivi in Nuova Zelanda
La ong Animals Australia fa sapere che già nel 2008 il governo della Nuova Zelanda aveva introdotto un primo divieto alla spedizione di animali da macello, ma restavano consentite quelle di vacche da latte gravide. Nel 2021 ha dunque annunciato il definitivo divieto di esportazione di animali vivi, dando però due anni di tempo agli operatori del settore per adeguarsi.
L’agenzia Reuters fa sapere che nel 2022 il giro d’affari del comparto era pari a poco meno di 300 milioni di euro. Se rapportato al valore dell’export del settore primario, in cui sono incluse anche le miniere e l’agricoltura, quello di animali vivi è una piccola percentuale: appena lo 0,32 per cento.
Perché il trasporto di animali vivi è pericoloso
Da tempo le organizzazioni animaliste ponevano l’attenzione sulle condizioni di deprivazione e sofferenza in cui gli animali vivi erano costretti a viaggiare per giorni, se non settimane. A scuotere le coscienze, però, è stato un episodio in particolare. A settembre 2020 una nave da carico con a bordo circa seimila bovini e 43 persone dell’equipaggio, diretta verso il porto cinese di Jingtang, si è trovata al largo del Giappone in condizioni meteo proibitive a causa del passaggio del tifone Maysak. Ha perso il motore ed è affondata. Soltanto due membri dell’equipaggio sono sopravvissuti.
L’episodio ha avuto una vasta eco internazionale e ha convinto il governo prima a sospendere, e poi a vietare definitivamente, l’esportazione di animali vivi. “La nostra posizione sulla mappa fa sì che il viaggio verso l’emisfero settentrionale sia inevitabilmente lungo e quindi ponga inaccettabili rischi per il benessere animale”, ha dichiarato il ministro per l’Agricoltura Damien O’Conner. Plaudono le organizzazioni ambientaliste, invitando altri paesi a “dare priorità al benessere degli animali e non agli interessi commerciali”.