Al via screening stabilità rifugi-bivacchi sopra 2.800 metri

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https://www.dire.it/29-07-2024/1067727-al-via-screening-stabilita-rifugi-bivacchi-sopra-2-800-metri/

Lo studio Cai-Cnr per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulle strutture ad alta quota

MILANO – Si chiama ‘Resalp – Resilienza strutture alpine’ ed è un progetto che punta a fare una ricognizione mai effettuata prima a livello alpino: lo studio delle condizioni di stabilità di 18 rifugi e 40 bivacchi a oltre 2.800 metri di altitudine. Ad avviarlo, l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche e il Club Alpino Italiano, sostenuti dal ministero del Turismo. Il progetto vuol fornire conoscenze utili alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sulle strutture poste ad alta quota. Nei prossimi due anni verrà effettuata quindi un’opera di screening “unica nel suo genere a livello alpino”, spiega il Cai, “un’approfondita analisi di tutte le strutture di alta quota del Cai finalizzata a identificare eventuali evidenze di problemi di stabilità degli edifici o delle opere ad essi connessi che possano essere legati a fenomeni di instabilità di natura geo-idrologica“.

Ad occuparsi dei rilevamenti sarà un team di professionisti esperti – geologi e guide alpine per le attività che riguardano i bivacchi di alta quota che richiedono particolare attenzione e tecnica nella fase di raggiungimento – che si avvarranno di un modello messo a punto dal Cnr-Irpi per le analisi e per ottenere una reportistica uniforme da parte dei vari operatori. Particolare attenzione verrà riservata ai processi riconducibili agli effetti del cambiamento climatico sulla stabilità del permafrost: Resalp nasce, infatti, dalla volontà del Cai di mappare il territorio nel quale si trovano strutture la cui stabilità potrebbe essere a rischio a causa della riduzione del permafrost (il suolo perennemente ghiacciato) provocata dall’aumento delle temperature.

Lo screening, aggiunge il Cai, avrà anche “un importante ritorno in termini metodologici e scientifici”, perché permetterà la raccolta di dati “mai acquisiti prima” e potrà essere utilizzato come modello di riferimento per attività analoghe in altri settori delle Alpi o in aree potenzialmente interessate da processi di degradazione del permafrost. Resalp, inoltre, aggiunge “un importante tassello alla storica collaborazione scientifica che lega il Consiglio nazionale delle ricerche e il Club alpino italiano finalizzata a migliorare la conoscenza degli ambienti ed ecosistemi di alta quota e l’impatto dei cambiamenti climatici, collaborazione che è stata recentemente rinnovata grazie a un accordo siglato tra il Cai e il Gruppo di Lavoro sulle Montagne costituito all’interno del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr”, conclude il Cai. 

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