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Gli Stati Uniti hanno accettato di cancellare 35 milioni di dollari di debito estero contratto dall’Indonesia nel corso dei prossimi nove anni. Ad annunciarlo è stato il Tesoro americano, che ha specificato la natura particolare di tale operazione: si tratta di un esempio del cosiddetto “swap debt for nature”. Ovvero uno scambio: la cancellazione di una parte del debito concessa a condizione che sia avviato contemporaneamente un progetto importante per la difesa dell’ambiente, la protezione della biodiversità o ancora la lotta ai cambiamenti climatici.
Le barriere coralline minacciate dallo sbiancamento, figlio dei cambiamenti climatici
Nel caso specifico, il governo della nazione asiatica si è impegnato a restaurare e preservare la propria barriera corallina, considerata di inestimabile valore per la diversità biologica che ospita. Questo tipo di ecosistemi, infatti, sono come noto sempre più minacciati dal riscaldamento globale, che provoca un aumento della temperatura delle acque marine, a sua volta causa del fenomeno dello sbiancamento dei coralli. Alcune stime indicano addirittura che, nel caso dovessero verificarsi gli scenari peggiori in termini di aumento della temperatura media globale, la quasi totalità dei coralli di tutto il mondo potrebbe scomparire a medio termine.
L’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Indonesia rappresenta il quarto scambio “debt for nature” concluso dai due governi dal 2009 ad oggi. Il denaro risparmiato da Giacarta, potrà essere utilizzato per finanziare un progetto di conservazione di due aree – la Bird’s Head e la Lesser Sunda-Banda – su un periodo di almeno quindici anni. Luoghi in cui vivono più di tremila tipi di tartarughe, squali, balene, delfini e altre specie.
È il quarto accordo “debt for nature” tra Stati Uniti e Indonesia
Il territorio dell’Indonesia è cruciale nella lotta per salvare le barriere coralline, poiché ne possiede circa 5,1 milioni di ettari, ovvero il 18 per cento del totale mondiale. Per questo, il nuovo accordo si concentra proprio su tali ecosistemi, mentre quelli precedenti erano andati soprattutto alla salvaguardia delle foreste tropicali, minacciate dall’espansione delle piantagioni di olio di palma.
I progetti di conservazione restauro saranno in parte effettuati dallo Stato indonesiano, in parte da gruppi locali senza scopo di lucro, che utilizzeranno i fondi anche per garantire mezzi di sussistenza sostenibili a coloro che dipendono economicamente dalla barriera corallina.