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- Il Parlamento europeo ha approvato il testo della Commissione europea per la deregolamentazione dei nuovi ogm (tea).
- Gli europarlamentari hanno approvato due emendamenti che impongono obblighi su etichettatura e tracciabilità.
- Il voto ha infatti dovuto tener conto della crescente mole di letteratura scientifica sugli effetti potenzialmente negativi delle tea, dell’impatto sull’agricoltura biologica e non ogm e della contrarietà della maggioranza dei cittadini italiani ed europei verso il cibo ogm.
- Per la Coalizione Italia libera da ogm, si tratta di un voto grave che mette in pericolo produttori, consumatori e ambiente.
Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla deregolamentazione dei cosiddetti “nuovi ogm”, ovvero le nuove tecniche genomiche di evoluzione assistita (indicate con il nome di tea, nbt o ngt) che consentono l’impianto in un organismo di sequenze di dna provenienti da un organismo della stessa specie. Il Parlamento ha anche approvato due emendamenti al testo proposto dalla Commissione europea per rendere più trasparente l’etichettatura e la tracciabilità dei nuovi ogm.
Cosa significa la “deregolamentazione” dei nuovi ogm
Fino ad ora i nuovi ogm, secondo la legislazione europea, sono stati equiparati agli organismi transgenici e quindi soggetti allo stesso principio di precauzione, il cui scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio, non di danno conclamato; invece, con questo testo la Commissione europea punta a fare una distinzione tra vecchi e nuovi ogm e a deregolamentare le tea al fine di utilizzarle come strumento per migliorare la produttività delle colture e renderle più resistenti a parassiti, malattie e cambiamenti climatici.
“Se vogliamo rendere l’agricoltura più sostenibile, più resistente ai parassiti e alle condizioni meteorologiche estreme, se vogliamo produrre più cibo in Europa e aumentare la sicurezza alimentare, allora abbiamo bisogno di nuove tecniche genomiche”, ha dichiarato la relatrice della proposta, l’eurodeputata del Ppe Jessica Polfjärd. “Esse consentiranno lo sviluppo di varietà di colture migliorate in modo più preciso e veloce rispetto a qualsiasi altro metodo tradizionale”.
Deregolamentazione dei nuovi ogm con obblighi su etichettatura e tracciabilità
Come detto inizialmente, l’europarlamento ha approvato la deregolamentazione delle tea ma ha votato anche due emendamenti. Il primo riguarda l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti la dicitura “Nuove tecniche genomiche” anche quando un solo ingrediente è creato tramite tea. Il secondo riguarda la tracciabilità attraverso la trasmissione e la conservazione delle informazioni relative al contenuto di tea, in ogni fase dell’immissione sul mercato.
Coalizione Italia libera da ogm: “Voto grave e contro elementi fondanti del patto europeo”
Le 42 organizzazioni della Coalizione Italia libera da ogm (tra cui Wwf, Lipu, Legambiente, Greenpeace, Federbio, Assobio, Navdanya International) hanno espresso un profondo rammarico per il voto del Parlamento europeo sulla deregolamentazione giudicando l’eliminazione della valutazione del rischio sui nuovi ogm grave e contro gli elementi fondanti del patto europeo. “Di fronte alle proteste in atto, gli europarlamentari che hanno gettato alle ortiche tutte le misure del Green deal europeo hanno ceduto anche su questo fronte, annullando 20 anni di approccio basato sul principio di precauzione”, ha affermato la Coalizione. “Il voto di oggi non risolve i problemi di un regolamento che indebolisce la normativa sugli organismi geneticamente modificati, anche se grazie alla comprensione di una parte del Parlamento è stato posto qualche limite ai danni che la proposta iniziale avrebbe potuto fare”.
Come sottolineato, infatti, dalla Coalizione sono stati mantenuti degli obblighi di tracciabilità ed etichettatura grazie a emendamenti presentati da Socialdemocratici e Verdi perché il voto ha dovuto tener conto di una crescente mole di letteratura scientifica sugli effetti potenzialmente negativi delle numerose mutazioni fuori bersaglio causate dalle tea, dell’impatto della biocontaminazione sull’agricoltura biologica e non ogm e della contrarietà della maggioranza dei cittadini italiani ed europei verso il cibo geneticamente modificato.
Secondo la Coalizione con questo voto i diritti dei consumatori sono stati ridimensionati e imprese e agricoltori che usano tea non saranno responsabili dei danni provocati dalla vendita o coltivazione di varietà geneticamente modificate; inoltre, il rischio è quello che l’Europa vivrà una ulteriore concentrazione del mercato sementiero grazie a un’ondata di brevetti già oggi richiesti dalle più grandi imprese multinazionali.
In un comunicato precedente il voto del Parlamento europeo, la Coalizione spiegava: “La cancellazione dei controlli obbligatori in base a un’equivalenza mai dimostrata, renderebbe impossibile prevedere i potenziali effetti dirompenti sulla biochimica e la fisiologia della pianta e sull’ambiente, con rischi che vanno ben oltre quelli che risulterebbero dalla selezione convenzionale. Va detto infatti che la produzione di mutazioni involontarie su larga scala da parte dei processi di modificazione del genoma basati sulle tea non è ipotetica: vi è un ampio e crescente numero di prove nella letteratura scientifica che lo dimostra”.
E ancora: “Dal punto di vista degli agricoltori, poi, le salvaguardie introdotte tramite una possibile etichettatura delle sementi sono insufficienti a garantire la separazione delle filiere, perché gli agricoltori che non vogliono coltivare organismi geneticamente modificati non hanno garanzie che i loro campi possano evitare la contaminazione causata dai pollini delle colture Ngt. La domanda è: chi pagherà eventuali danni provocati dall’inquinamento genetico in un paese come l’Italia, che ha fatto della produzione libera da ogm la sua bandiera nel mondo?”.
I prossimi passi per l’approvazione della deregolamentazione
Ora, perché il nuovo regolamento sulle tea entri definitivamente in vigore serve un parere del Consiglio dell’Ue, cioè dei ministri dell’Agricoltura degli stati membri. Successivamente, si avvierebbe il negoziato a tre fra Parlamento, Consiglio e Commissione. Al Consiglio il parere deve passare a maggioranza qualificata, cioè di almeno il 55 per cento dei 27 Paesi che rappresentino almeno il 65 per cento dei cittadini europei. In un tentativo fatto a novembre 2023, questa maggioranza non è stata raggiunta e il parere è stato rinviato.