Omotransfobia, la Puglia vara la sua “legge Zan”

Lifegate

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Una legge regionale difenderà la comunità Lgbtqia+ dalle discriminazioni: un passo in controtendenza rispetto alle politiche nazionali.
  • La Regione Puglia approva una legge contro l’omotransfobia con l’obiettivo di combattere la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali.
  • Un primo passo, anche se locale, dopo la bocciatura della proposta di legge Zan della scorsa legislatura nel Parlamento nazionale.
  • Donato Metallo, il consigliere regionale che ha scritto la legge, ringrazia la società civile “che ci ha aiutato a dimostrare che si possono sconfiggere le discriminazioni”.

L’Italia no, ma quantomeno la Puglia sì. Il Consiglio regionale di Bari sorpassa a sinistra il Parlamento nazionale, approvando una legge contro l’omotransfobia piuttosto simile al famoso ddl Zan che era stato in ballo per tutta la scorsa legislatura, ma poi affossato per mancanza di voti utili, e che avrebbe rappresentato un passo significativo verso una società più giusta ed equa, impegnata nell’inclusione e nel rispetto delle diversità. Alessandro Zan, il parlamentare che aveva proposto la legge a livello nazionale, non c’entra nulla con questa iniziativa, ma l’unica differenza sostanziale è nella definizione della legge: la Puglia parla ufficialmente di transomofobia, rispetto alla più nota e riconosciuta definizione di omotransfobia. 

L’omotransfobia e Donato Metallo, il “nuovo Zan”

La nuova legge della Regione Puglia contro l’omotransfobia è volta a combattere la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali. Promossa dal consigliere Donato Metallo, del Partito democratico, la legge è stata accolta con una maggioranza favorevole, superando numerosi emendamenti dell’opposizione. L’obiettivo principale è prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze contro le persone Lgbtqia+, promuovendo una cultura di inclusione e rispetto. La legge mira a garantire a tutti la possibilità di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere, senza timore di discriminazioni.

“È stato un percorso faticoso, ma è stato pieno di luce. E finalmente da oggi la Puglia ha una fegge per i diritti Lgbtiq+! – esulta il consigliere Metallo, a cui si deve la norma – La abbiamo aspettata per tutti questi anni, ci abbiamo lavorato incessantemente. Fianco a fianco alle associazioni che non hanno mai smesso di istruirci, spronarci, sostenerci. E oggi con forza abbiamo detto che in Puglia si può essere ciò che si è, si può amare chi si ama. Che insieme possiamo lottare contro le discriminazioni, le violenze”.

Certamente, ha aggiunto Metallo, “una legge non basta, il cambiamento verso la giustizia sociale passa attraverso la consapevolezza di ognuna e ognuno di noi. Ma oggi abbiamo scritto una bella pagina di storia per i nostri ragazzi e le nostre ragazze, per i nostri figli, per il futuro della Puglia. E chissà, magari da qui parte, in questo particolare momento storico, un bel segnale per l’Italia intera”.

Su cosa interviene la legge regionale pugliese

La legge pugliese contro la transomofobia prevede diverse iniziative per promuovere l’uguaglianza. Tra queste, politiche del lavoro che garantiscono parità di trattamento e accesso alle opportunità di carriera senza discriminazioni, oltre a incoraggiare le imprese a ottenere certificazioni di responsabilità sociale. Inoltre, vengono previsti programmi di formazione per insegnanti, personale scolastico e genitori, insieme a interventi contro il bullismo e il cyberbullismo.

La legge contro l’omotransfobia promuove anche eventi culturali e sociali per sensibilizzare il pubblico sul rispetto delle persone Lgbtqia+. In ambito socio-sanitario, sono previsti interventi di supporto per le persone Lgbtqia+ e le loro famiglie, garantendo il diritto all’integrità fisica per le persone con variazioni nelle caratteristiche sessuali. La Regione si impegna inoltre a proteggere e sostenere le vittime di discriminazione o violenza. Un tavolo tecnico sarà istituito per monitorare le discriminazioni, raccogliendo dati e collaborando con associazioni del settore. Infine, il Comitato regionale per le comunicazioni monitorerà i contenuti mediatici per prevenire messaggi discriminatori e promuoverà modelli comunicativi rispettosi. Per sostenere queste iniziative, la legge prevede un finanziamento annuale di 240mila euro per il triennio fino al 2025.

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