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- Il nuovo governo del Regno Unito ha lanciato un piano per il solare molto ambizioso: previsti 3 parchi e investimenti a tappeto sui pannelli sui tetti dei palazzi.
- I tre parchi solari forniranno una capacità combinata di circa 1,35 gigawatt, pari a quasi il 10 per cento della capacità solare attuale del paese.
- Saranno 92mila le nuove abitazioni alimentate esclusivamente con energia solare, ma l’efficientamento riguarderà anche moltissime case già esistenti.
Nel Regno Unito l’hanno già chiamata rooftop revolution, la rivoluzione sui tetti. Fatto sta che il nuovo governo laburista guidato da Keir Starmer ha già annunciato una serie di iniziative per l’appunto “rivoluzionarie” mirate a trasformare il panorama energetico di Londra attraverso l’installazione di pannelli solari sui tetti di milioni di case, un passo decisivo per ridurre le bollette energetiche e affrontare la crisi climatica in modo a dir poco “energico”. Passando dai tetti, ma anche dai parchi.
Tra rooftop revolution e 3 nuovi parchi solari
La rooftop revolution del governo Starmer mira a rendere l’energia solare una componente centrale delle abitazioni britanniche: lo ha spiegato chiaramente il ministro dell’Energia Ed Miliband. Collaborando con il settore edile, il governo intende facilitare l’acquisto di nuove case già dotate di pannelli solari e promuovere l’installazione di tali tecnologie sulle abitazioni esistenti. A partire dal prossimo anno, spiega il quotidiano britannico The Guardian, il governo sta valutando di inserire nuovi standard obbligatori per l’energia solare per le nuove costruzioni, un cambiamento che potrebbe trasformare il modo in cui vengono costruite le case nel Regno Unito.
Parallelamente alla rooftop revolution, però, Miliband ha anche approvato la costruzione di tre enormi parchi solari nell’Inghilterra orientale: Gate Burton nel Lincolnshire, la centrale energetica di Sunnica al confine tra Suffolk e Cambridgeshire e Mallard Pass al confine tra Lincolnshire e Rutland. Questi parchi, bloccati in precedenza dai ministri conservatori, forniranno una capacità combinata di circa 1,35 gigawatt, pari a quasi il 10 per cento della capacità solare attuale del paese.
Non solo solare, nel Regno Unito tira una nuova aria (anzi, vento)
Miliband ha promesso di triplicare l’energia solare nel Regno Unito entro il 2030, raddoppiando l’energia eolica onshore e quadruplicando quella offshore. “Voglio scatenare una rooftop revolution nel Regno Unito”, ha dichiarato il ministro laburista, enfatizzando i benefici ambientali ed economici di questa transizione.
L’iniziativa ha ricevuto l’approvazione degli esperti energetici britannici, che sottolineano come l’espansione dell’energia solare nel sud del paese possa alleviare la congestione delle linee di trasmissione, attualmente sovraccariche nel trasporto di energia dal nord al sud. Sugandha Srivastav, della Smith School of Enterprise and Environment dell’Università di Oxford, ha evidenziato per esempio al Guardian che questo sviluppo contribuirà a mantenere bassi i costi energetici, una necessità urgente nel contesto attuale di instabilità dei prezzi del gas. L’apertura dei nuovi parchi solari, inoltre, rafforzerà la capacità del Regno Unito di utilizzare l’energia solare, alimentando circa 92mila nuove abitazioni nei prossimi 60 anni e contribuendo significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Nonostante i molti benefici previsti, le decisioni del governo non sono state accolte positivamente da tutti. La parlamentare conservatrice Alicia Kearns, ha espresso forti critiche riguardo all’approvazione del parco solare Mallard Pass, riflettendo preoccupazioni locali circa l’impatto ambientale e paesaggistico dei nuovi impianti. Il governo però al momento tira dritto, sottolineando l’importanza di queste iniziative per la produzione di energia pulita e la loro capacità di alimentare decine di migliaia di abitazioni, contribuendo a una transizione energetica sostenibile. Ma, sottolineano da Downing Street, la rooftop revolution sarebbe anche investimento nel futuro energetico del Regno Unito, che posizionerebbe quasi paradossalmente un paese tra i meno assolati d’Europa, come la Gran Bretagna, in un leader nella produzione di energia solare, e dunque, rinnovabile e nella promozione di tecnologie verdi.