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Sembrava quasi fatta. Armenia e Azerbaigian sono stati a un passo dalla firma di un trattato di pace provvisorio. Stracciato, però, pochi giorni dopo.
La notizia era stata ufficializzata a inizio settembre al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove è intervenuto il presidente azero Ilham Aliyev. Dal palco del summit, Aliyev aveva espresso ottimismo sulle prospettive di pace. “Per la prima volta dal crollo dell’Unione Sovietica possiamo raggiungere la pace nel Caucaso meridionale — aveva dichiarato Aliyev —. Gli ultimi sviluppi dei negoziati tra Azerbaigian e Armenia lo dimostrano. Quasi l’80 per cento dei punti del trattato di pace sono stati approvati”.
Un ottimismo inizialmente condiviso anche dal primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan, che dal forum “Yerevan Dialogue” (un incontro internazionale che a settembre 2024 ha riunito nella capitale armena politici, accademici, rappresentanti della società civile e imprenditoriale) aveva ribadito la proposta dell’Armenia di firmare gli articoli del trattato di pace già concordati con l’Azerbaigian, per avere “un documento fondamentale” e passare poi alla discussione di altre questioni.
Perché la pace è sfumata
Poco dopo, però, la svolta inaspettata. “L’appello dei funzionari armeni a firmare la bozza di accordo di pace con l’eliminazione delle disposizioni non concordate e i loro tentativi di rinviare la soluzione dei problemi alla fase successiva sono inaccettabili — ha detto il portavoce degli Esteri azero Aykhan Hajizada —. La condizione principale per firmare un accordo di pace reale e sostenibile è porre fine alla continua rivendicazione territoriale dell’Armenia contro l’Azerbaigian, sancita nei suoi molteplici documenti legali e politici e nella costituzione dell’Armenia”, dove si chiede “la riunificazione dell’Armenia e del Nagorno-Karabakh”.
Come riporta il giornale OC Media, nonostante il passo in dietro, l’Azerbaigian aveva fatto una proposta simile a luglio, chiedendo all’Armenia di firmare un documento sui principi fondamentali di un futuro trattato di pace come misura provvisoria. All’epoca la proposta aveva ricevuto una fredda accoglienza da parte di Yerevan.
Le accuse di aver modificato il documento concordato
Il 31 agosto, durante una conferenza stampa, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan aveva proposto una misura simile, affermando che l’attuale bozza del trattato includeva tredici articoli che trovavano l’accordo di ambo le parti e altri tre articoli parzialmente accettati.
Il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov sostiene di aver ricevuto la bozza del trattato dall’Armenia con “diversi punti chiave” rimossi dal documento.
“Nella bozza dell’accordo non sono stati inclusi degli aspetti importanti e ci è stato detto che questa era la soluzione al problema. Nel contesto di un conflitto storico, l’accordo e ciascuna delle sue clausole sono di grande importanza”, ha detto Bayramov.
Non è chiaro che cosa avrebbe omesso esattamente l’Armenia dalla sua bozza. Sfuma però così un nuovo tentativo per riportare la pace e la stabilità nel Caucaso meridionale, dove a settembre 2023 l’Azerbaigian ha ripreso possesso del territorio del Nagorno Karabakh da 30 anni conteso con l’Armenia. Nell’arco di questi decenni, negli scontri sono morte migliaia e migliaia di persone.