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Lo Zimbabwe ha fatto sapere che abbatterà duecento elefanti. Una decisione controversa, presa per fronteggiare la peggiore siccità degli ultimi decenni, che ha a sua volta provocato una grave crisi alimentare. Ad annunciarlo, il 13 settembre, sono state le autorità della nazione africana, che hanno così seguito quanto disposto di recente da un’altra nazione del continente: la Namibia.
Zimbabwe, il ministro dell’Ambiente: “Abbiamo più elefanti di quanti necessari”
Le due notizie non hanno mancato di suscitare proteste. E a poco è valsa la giustificazione addotta dal ministro dell’Ambiente dello Zimbabwe, che rivolgendosi al proprio parlamento ha spiegato che il suo paese avrebbe attualmente “più elefanti di quanti necessari”. E qui la decisione di incaricare l’Autorità dei parchi e della fauna selvatica (ZimParks) di procedere alle uccisioni.
Queste ultime saranno effettuate in una zona nella quale è stato registrato il maggior numero di “incidenti” con la popolazione locale, ovvero nella riserva naturale di Hwange. Qui, secondo ZimParks, sono presenti circa 65mila esemplari: troppi rispetto a quanto il parco sarebbe in grado di sostenere.
La popolazione di elefanti in drastico calo in Africa
Ai 200 elefanti che verranno dunque abbattuti nello Zimbabwe si aggiungono gli 83 per i quali è prevista la stessa sorte in Namibia. E la ragione è identica: si prevede infatti di essiccare, confezionare e distribuire la carne degli animali animali uccisi al fine di alleviare la situazione di fame nella quale versa una parte importante della della popolazione.
Tuttavia, secondo Farai Maguwu, direttore dell’organizzazione non governativa Centro di gestione delle risorse naturali, “i governi dovrebbero trovare i metodi più sostenibili è in grado di proteggere maggiormente l’ambiente per far fronte all’ondata di siccità”. D’altra parte, il Wwf stima che restino soltanto soltanto 415mila esemplari di elefanti in Africa. Un dato in drammatico calo rispetto a soltanto una ventina di anni fa, quando il totale era compreso tra tre e cinque milioni.
I cambiamenti climatici esacerberanno siccità e crisi alimentari
La vita degli animali, dunque, entra in diretto conflitto con la necessità di fornire risposte alla crisi alimentare. Provocata dalla siccità, le cui ondate sono a loro volta esacerbate dai cambiamenti climatici di origine antropica. Una spirale nefasta che occorre scardinare al più presto. Altrimenti, di decisioni estreme come quelle di Zimbabwe e Namibia ce ne saranno sempre di più.