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ROMA – I cambiamenti climatici sono anche una minaccia alla salute delle persone. Un rischio e un dato di fatto, secondo Peter Sands, direttore del Fondo globale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria. “Ci sono regioni, ad esempio in Africa, che stanno manifestando nuove vulnerabilità” sottolinea il responsabile, in un’intervista con l’agenzia Dire. “La malaria è arrivata dove prima non c’era, ad esempio negli altopiani del Kenya e dell’Etiopia, dove le temperature notturne non sono più così basse da uccidere i parassiti”.
Ci sono poi i fenomeni meteorologici estremi. “L’aumento delle temperature dei mari sta generando più di frequente cicloni e alluvioni, dal Malawi al Mozambico e fino al Pakistan” denuncia Sands. “In questo Paese dell’Asia i casi di infezione da malaria si sono moltiplicati per quattro, determinando un’impennata nel numero delle vittime, quasi sempre le persone più vulnerabili: bambini con meno di cinque anni di età e donne incinte”.
Il Fondo, un’organizzazione nata nel 2002 che ha base a Ginevra, ha la missione di rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi più fragili. Una fragilità ambientale e sanitaria insieme: una correlazione confermata dalla scelta di celebrare una Giornata della salute il 3 dicembre, domenica prossima, proprio durante i lavori della Cop28, la conferenza per il contrasto ai cambiamenti climatici in programma a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
L’iniziativa è realizzata grazie a un contributo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L’impegno, si riferisce in una nota, è “creare un momento di svolta per il clima e la salute riunendo un’ampia gamma di attori, compresi ministri, esperti, organizzazioni della società civile, rappresentanti dei giovani e delle imprese con l’obiettivo di mettere l’agenda clima-salute al centro del dibattito”.
Un’esigenza che Sands anticipa nell’intervista. Secondo il direttore, “gli impatti dei mutamenti climatici sulla salute globale sono complessi e multidimensionali e la malaria ne è un esempio”. Sands sottolinea: “Purtroppo nel contrasto a questa malattia non stiamo andando ancora nella direzione giusta”.
Lo confermano vicende e vicissitudini che riguardano più Paesi. “I luoghi colpiti dalla malaria sono spesso anche teatro di conflitti” aggiunge Sands, confermando il carattere “multidimensionale” della sfida. “E bisogna considerare che i parassiti all’origine della malattia stanno diventando più resistenti agli strumenti che utilizziamo per combatterla”.
Una buona notizia riguarda invece i vaccini. Il 21 novembre circa 330mila dosi del farmaco di tipo Rts,s, autorizzato dall’Oms, sono state consegnate in Camerun: è stato l’avvio di una campagna di distribuzione su scala continentale. Ancora nel 2021 la malaria ha causato circa 619mila morti, in 19 casi su 20 in Africa.