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Il presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio ha concluso l’iter legislativo e promulgato la legge che vieta i matrimoni infantili, approvata dal parlamento lo scorso giugno. La firma ha avuto luogo durante un grande evento pubblico, voluto dalla first lady Fatima Bio, in cui è stata lanciata la campagna We are equal, un momento storico per l’uguaglianza di genere nel Paese.
La norma criminalizza il matrimonio per le ragazze di età inferiore ai 18 anni. I trasgressori rischiano fino a quindici anni di carcere o una multa di circa 3.700 euro o entrambe le pene. Inoltre, il testo vieta la convivenza tra uomini e ragazze minorenni e prevede un risarcimento per le ragazze che hanno contratto matrimonio o che rimangono incinte prima del diciottesimo anno di età. La normativa è molto ampia e responsabilizza non solo il marito, ma anche i testimoni, i genitori o tutori della sposa bambina.
Il fenomeno delle spose bambina in Sierra Leone
La Sierra Leone è il secondo Paese più povero al mondo e con una società altamente patriarcale, dove è considerato accettabile che il padre dia in sposa la figlia minorenne, anche senza il suo consenso.
Nel Paese di circa nove milioni di abitanti, vivono oltre 800mila spose bambine secondo l’Unicef, la metà delle quali è convogliata a nozze prima di compiere il quindicesimo anno di età. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha anche stimato che, per fortuna, il tasso di matrimoni precoci sta diminuendo. Nel 2017 il 30 per cento delle adolescenti si è sposata prima del compimento dei 18 anni, in calo rispetto al 37 per cento dei 25 anni precedenti. Anche se la tendenza è al ribasso, il tasso è comunque alto e questa legge può velocizzare l’abolizione del fenomeno.
Gli impatti dei matrimoni precoci sulle ragazze non sono solo di ordine sociale, dato che si impedisce loro di andare a scuola, ma anche sanitario. Secondo le stime del ministero della sanità di Freetown, infatti, le complicazioni da gravidanza sono la prima causa di morte nelle ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Il ruolo della first lady Fatima Bio
Un ruolo cruciale nella lotta ai matrimoni infantili lo ha avuto la first lady Fatima Bio che, per l’occasione, ha organizzato una grande cerimonia a cui hanno partecipato le first lady di Capo Verde e Namibia, e la figlia di otto anni della coppia presidenziale.
Nei sei anni di presidenza di Julius Maada Bio, la first lady è stata in prima linea nella campagna contro la violenza di genere, fondando nel 2018 la campagna “Hands off our girls”. Il suo obiettivo è stato quello di sensibilizzare, influenzare la politica e sostenere le donne e le ragazze ad avere accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva e per combattere il matrimonio infantile, la violenza di genere e lo stupro.
Ho sempre creduto che il futuro della Sierra Leone sia femminile. Questa e le future generazioni di ragazze devono prosperare in Sierra Leone, dove sono protette, uguali ed emancipate.
Julius Maada Bio, presidente della Sierra Leone
In un’intervista al programma World Service della Bbc, la first lady ha spiegato la ragione per cui questa legge è stata una battaglia personale. Da adolescente ha rischiato di diventare una sposa bambina. Ad evitarle questa esperienza è stato lo scoppio della guerra civile nel 1991, ma l’esperienza le è rimasta impressa al punto da diventare il suo principale obiettivo da first lady.
Il Presidente Bio ha elogiato il lavoro della moglie, dichiarando che “insieme, vogliamo costruire una Sierra Leone emancipata in cui alle donne venga data una piattaforma equa per raggiungere il loro pieno potenziale”. Questa legge è una pietra miliare per l’uguaglianza di genere non solo per il Paese, ma per tutta l’Africa.