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- Da alcuni giorni gli avvocati di diversi detenuti politici russi denunciano di non sapere che fine hanno fatto i loro assistiti.
- Si rincorrono le indiscrezioni su un possibile maxi scambio di detenuti tra Russia e Occidente.
- Non è detto che le voci siano reali, né che l’operazione vada a buon fine: si attendono aggiornamenti nelle prossime ore.
Detenuti politici trasferiti misteriosamente. Decreti riservati firmati da Vladimir Putin. E ancora, voli presidenziali intercettati nei cieli delle regioni russe. Da giorni si rincorrono le indiscrezioni su un possibile maxi scambio di detenuti tra Russia e Occidente. Secondo alcune fonti, potrebbe avvenire già oggi o domani. Se così fosse, si tratterebbe del più grande scambio di prigionieri politici della storia moderna, sia per numero di persone, sia per la quantità di paesi coinvolti. Ma andiamo con ordine.
Le misteriose sparizioni dei detenuti politici russi
Da alcuni giorni gli avvocati di diversi detenuti politici russi denunciano di non sapere che fine hanno fatto i loro assistiti. Dai centri di detenzione sono stati portati via, senza preavviso e senza indicazione sul luogo del trasferimento, il dissidente russo e cofondatore di Memorial Oleg Orlov, gli oppositori e dissidenti Vladimir Kara Murza e Ilia Yashin, le collaboratrici di Aleksej Navalny Lilija Chanysheva e Ksenia Fadevva, l’artista pacifista Sasha Skochilenko e un altro artista, accusato di collaborazionismo con l’Ucraina, Daniil Krinari. E poi Kevin Lik, un ragazzo di 19 anni con la doppia cittadinanza russa e tedesca, arrestato quando era ancora minorenne con l’accusa di tradimento.
La lista delle sparizioni sembra allungarsi di ora in ora e, secondo varie fonti, il numero di detenuti politici potenzialmente coinvolti in un ipotetico scambio potrebbe variare dalle dieci alle trenta persone. Secondo Fox News, anche Evan Gershkovich, il reporter statunitense del Wall Street Journal condannato senza prove a 16 anni di carcere con l’accusa di spionaggio, potrebbe essere liberato già oggi, 1° agosto.
Il possibile accordo per lo scambio di prigionieri tra Russia e Occidente
Se così fosse, ci si aspetta che lo scambio preveda la liberazione di figure vicine al Cremlino e detenute nelle carceri occidentali, come Vadim Krasikov, sicario ed ex colonnello dei servizi di sicurezza russi, condannato all’ergastolo in Germania per omicidio. In passato le autorità russe e il presidente russo Vladimir Putin avevano fatto capire abbastanza chiaramente di essere disposte a un accordo simile per riavere indietro Krasikov.
Nelle ultime ore, nei cieli delle regioni russe sono stati intercettati degli aerei presidenziali già utilizzati in passato per uno scambio di prigionieri tra Mosca e Washington. Nello specifico, un An-148, utilizzato per scambiare il trafficante d’armi Viktor Bout con Brittney Griner, la giocatrice americana di basket arrestata nel 2022 a Mosca per droga. Stando a quello che riporta la stampa russa indipendente, Putin avrebbe emanato sette decreti riservati che potrebbero essere la grazia per i prigionieri politici.
Ma gli attivisti invitano alla cautela: per quanto eloquenti, al momento si tratta solo di indizi. Non c’è nessuna garanzia del fatto, alla fine, tutti questi detenuti condannati in Russia per motivi politici vengano davvero liberati. Le ipotesi sono molte: potrebbe essere uno stratagemma per gettare fumo negli occhi, oppure qualcosa potrebbe andare storto nel processo di liberazione, o forse, davvero, potrebbe essere un primo passo verso un ipotetico accordo di pace.
L’appello di Dmitrij Muratov e il presunto coinvolgimento della Bielorussia
Qualche settimana fa Dmitrij Muratov, premio Nobel per la pace, direttore del giornale russo indipendente Novaja Gazeta (dove lavorava Anna Politkovskaja), si era rivolto ai leader dei paesi stranieri con video messaggio in cui li pregava di intervenire tempestivamente per scambiare i cittadini russi detenuti per motivi politici. “Bisogna fare in fretta perché molti di loro semplicemente non sopravvivranno”, dice Muratov nel suo appello.
La cosa curiosa è che nei giorni scorsi il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha concesso la grazia a Rico Krieger, un cittadino tedesco condannato a morte per fucilazione, nell’unico paese in Europa dove vige ancora la pena capitale. Krieger era stato giudicato colpevole di “atti di terrorismo” e di mercenariato, in un caso che potrebbe essere legato al reggimento Kastus Kalinouski, composto da bielorussi che combattono contro l’esercito russo a fianco dell’Ucraina. Alcuni opinionisti non escludono che la grazia a Krieger possa essere uno dei tasselli di un puzzle più ampio che potrebbe coinvolgere, oltre alla Russia e agli Stati Uniti, anche la Germania, e che potrebbe davvero portare alla liberazione di decine di persone. Ma il caso è ancora in pieno svolgimento.