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- Brunello Cucinelli ha raccolto l’invito del principe Carlo nei confronti dei grandi player della moda ad impegnarsi attivamente nella lotta contro i cambiamenti climatici e ha aderito alla Fashion task force della più ampia Sustainable market initiative.
- Quest’ultima è una coalizione lanciata nel 2020 dal principe di Galles con lo scopo di convogliare gli sforzi economici dei leader di mercato di diversi settori in progetti di sostenibilità etica e ambientale.
- Cucinelli ha offerto il sostegno economico all’Himalayan regenerative fashion living lab, progetto che si propone di aiutare le comunità locali valorizzando conoscenze e tradizioni legate alla lavorazione di lana, cotone e seta.
Se è vero che i comportamenti personali dei singoli individui hanno un peso, è altrettanto vero che quando sono i big del mondo a mettersi in gioco per la salute del Pianeta, questo ha un impatto non trascurabile. L’ultimo sodalizio green del mondo della moda, in ordine temporale, è quello che vede protagonisti Brunello Cucinelli e sua altezza reale il principe di Galles. L’imprenditore umbro ha infatti aderito alla Fashion task force del più ampio progetto Sustainable market initiative, lanciato da Carlo nel 2020.
Sustainable market initiative, di che si tratta
Facciamo un passo indietro e torniamo al 2020 quando, durante il meeting annuale del World economic forum tenutosi nel 2020 a Davos, in Svizzera, il principe Carlo ha annunciato lo sbocco concreto del suo pluridecennale impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità: la costituzione della Sustainable market initiative, organizzazione il cui obiettivo è quello di coordinare lo sforzo globale del settore privato per accelerare la transizione verso un futuro sostenibile.
L’assunto di base è che nei mercati che si possono dire sostenibili, l’economia opera a favore delle persone e del Pianeta contribuendo allo stesso tempo alla crescita e alla prosperità economica di un paese. Le azioni da intraprendere per raggiungere un tale risultato sarebbero in sostanza tre: attivare un cambiamento radicale nelle strategie e nelle operazioni aziendali, riformare il sistema finanziario globale e creare un ambiente favorevole ad attrarre investimenti e incentivare azioni orientate alla sostenibilità.
La data X per il raggiungimento di questi obiettivi è il 2030, anno cruciale anche per quanto riguarda gli impegni presi dall’Unione europea con la Strategia per il tessile sostenibile e circolare. La tabella di marcia, affinché le imprese si muovano verso mercati sostenibili, è fissata da un documento che prende il nome di Terra carta. Tramite questo documento, che si ispira alla Magna carta del 1215, il principe di Galles rivolge un appello urgente ai leader del settore privato di tutto il mondo affinché si uniscano a questa impresa attraverso azioni concrete come la creazione di una Natural capital investors alliance che, presentata durante il One planet summit di Parigi, punta a raccogliere dieci miliardi di dollari entro il 2022.
“La Terra carta offre la base di un piano di ripresa che mette natura, persone e Pianeta al centro della creazione di valore globale, che sfrutterà il potere prezioso e insostituibile della natura combinato con l’innovazione trasformativa e le risorse del settore privato”, ha spiegato il principe di Galles nel presentare l’iniziativa.
L’impegno di Brunello Cucinelli per l’Himalaya
Il fondamento di tutte queste carte e iniziative è che siano i privati, e in particolar modo i grandi player di settori cruciali come il tessile, a guidare il cambiamento. Brunello Cucinelli, che la sostenibilità l’ha sempre avuta come principio cardine della sua azienda prima ancora di comunicarla, si è quindi unito alla Fashion task force presieduta da Federico Marchetti – l’imprenditore italiano che ha fondato il gruppo Yoox net-a-porter – che mira a produrre effetti positivi sul clima e sulla natura e che si sta impegnando in particolar modo per favorire lo sviluppo dell’agricoltura rigenerativa, garantendo il suo sostegno economico a progetti come l’Himalayan regenerative fashion living lab, il secondo sostenuto dalla task force dopo il passaporto digitale lanciato lo scorso anno al G20 di Roma.
Il progetto, che sarà di durata biennale e si avvarrà sul campo dell’associazione Reforest action e della Circular bioeconomy alliance, ha come obiettivo primario quello di creare delle catene di valore intervenendo sulle comunità locali di alcune aree dell’Himalaya, ripristinando paesaggi degradati e recuperando le tradizionali abilità artigianali e tessili al fine di migliorare le economie locali del cashmere, del cotone e della seta. La lotta alla perdita di biodiversità passa infatti anche per una distribuzione equa delle risorse e del loro corretto sfruttamento.
“Siamo onorati di poter partecipare ad una così nobile iniziativa e per questo ci sentiamo di esprimere la nostra più profonda gratitudine a sua altezza reale il principe di Galles, uomo garbato e di grande classe che, insieme all’amico Federico Marchetti, ha saputo concepire la bellissima, affascinante idea di mettere insieme alcuni brand della moda mondiale per provare a migliorare il nostro pianeta”, ha commentato Brunello Cucinelli che ha finanziato il progetto con un milione di euro.
“La nostra madre Terra ci ha accolti e nutriti, ci ha consentito di godere delle sue meravigliose risorse ed è grande la nostra responsabilità verso la sua tutela più piena e accurata possibile. Sono sempre stato affascinato dall’oriente, da queste aree del mondo e dalle persone che vivono dove il paesaggio è così incantevole e il cielo così vicino agli uomini. È con sincero entusiasmo che abbiamo accettato di partecipare ad un progetto di altissima umanità, affinché diverse popolazioni possano continuare a vivere nei luoghi della loro antica vita in armonia con la natura. Come da noi, sono convinto che paesaggio, economia, artigianato e tradizioni siano parte di un tutto, che il progetto della Himalayan regenerative fashion living lab concepisce genialmente come un tutto olistico”.
La strada verso il 2030 è ancora lunga e accidentata, ma quando a scendere in campo in favore dell’ambiente sono i big, della moda, dell’industria o le personalità politiche più influenti del pianeta, la speranza è quella che ci sia un’accelerazione nell’adottare buone pratiche soprattutto su scala globale. Se ci mettono la faccia, e i capitali, Brunello Cucinelli e il principe Carlo, è possibile che a breve vengano seguiti a ruota da altri imprenditori.