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La decisione operata dal presidente della Francia Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale all’indomani delle elezioni europee, è stata accolta con grande stupore non soltanto a Parigi. Se nello stesso entourage del capo di stato si racconta di occhi sgranati e sudore freddo al momento dell’annuncio da parte del leader centrista, anche altrove in Europa ci si chiede quale sarà la via d’uscita a questa profonda crisi in terra transalpina. E alcuni spettatori appaiono particolarmente interessati.
La ministra tedesca Baerbock: “Nessuno può rimanere indifferente”
Uno di questi è senz’altro la Germania: l’asse Parigi-Berlino è stato in molti casi sfruttato a livello comunitario, per far avanzare alcuni dossier giudicati particolarmente importanti sia dalla diplomazia francese che da quella tedesca. Un eventuale ingresso nelle stanze del potere del Rassemblement National (Rn) di estrema destra potrebbe modificare in profondità gli equilibri politici, ma anche economici.
Come spiegato a Euronews da Cornelia Woll, della Hertie School di Berlino, “è possibile che per la Francia il centro della cooperazione si sposterebbe dalla Germania all’Italia, con la quale sarebbe più facile costruire ponti”. È anche per questo che il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha nascosto la propria preoccupazione nei giorni che hanno preceduto il primo turno delle legislative: “Le elezioni in Francia mi inquietano”, ha commentato il leader socialdemocratico.
Allo stesso modo, come riferito dall’agenzia Ansa, subito dopo il risultato della prima tornata transalpina, la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha osservato che “la Germania e la Francia hanno una responsabilità particolare nei confronti della nostra Europa comune”, aggiungendo che “nessuno può rimanere indifferente se in un nostro strettissimo partner e migliore amico arriva largamente in testa un partito che vede l’Europa come il problema e non come la soluzione”.
L’ostilità dell’estrema destra francese verso la Germania
D’altra parte, benché il leader del Rn, Jordan Bardella, abbia dichiarato che la cooperazione con Berlino continuerebbe, non sono passate inosservate le numerose sortite critiche nei confronti della Germania. “Per non dire apertamente ostili”, ha ricordato alla Deusche Welle la ricercatrice Ronja Kempin.
Il segretario generale della Cdu, il Partito cristiano democratico, Carsten Linnemann, ha allo stesso modo affermato che una vittoria del Rn “cambierebbe in modo profondo le relazioni franco-tedesche”. Mentre la co-presidente della Spd, il Partito socialdemocratico, ha parlato di “avvertimento per noi tutti”, spiegando che “la coesione dell’Europa è in pericolo”.
La Süddeutsche Zeitung: “È il fallimento di Macron”
Mentre il quotidiano progressista Süddeutsche Zeitung ha osservato che “il paese dei diritti dell’uomo e del multiculturalismo deriva verso destra come mai accaduto finora, e forse verso l’oscurantismo, il ripiegamento su sé stesso, la xenofobia”. E tutto ciò, prosegue il giornale tedesco, “è il fallimento di Macron”, che ha “spalancato la porta all’estrema destra”.
Ma elementi di inquietudine sono legati anche ad una possibile riduzione del contributo francese al budget europeo, ad una possibile uscita dal patto sulle migrazioni e ad una teorica uscita dal mercato europeo dell’energia elettrica. Tutte ipotesi che andrebbero verificate, certamente. Ma che in Germania stanno togliendo il sonno a molti. Dall’esito del secondo turno delle legislative francesi, che si terrà il 7 luglio, dipenderà insomma molto anche degli equilibri politici dell’intero continente.