Perché la Fao ha decretato il 2024 anno internazionale dei camelidi

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La Fao ha dedicato il 2024 ai camelidi per celebrare il ruolo di questi animali che garantiscono carne, latte e fibre a milioni di famiglie che abitano le zone desertiche e montane.
  • La Fao ha lanciato per il 2024 l’anno internazionale dei camelidi, celebrati per il loro contributo alla sussistenza e alla sicurezza alimentare.
  • Cammelli, dromedari, alpaca, lama, guanachi e vigogne sono fonte di carne, latte e fibre per le comunità delle zone desertiche e montane.
  • L’obiettivo è potenziare il ruolo che questi animali hanno nel contrastare la crisi climatica e nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

Se il 2023 era stato dedicato al miglio, per la Fao il 2024 sarà, invece, l’anno internazionale dei camelidi. Essi comprendono cammelli, dromedari, alpaca, lama, guanachi e vigogne, animali fondamentali per il sostentamento di milioni di famiglie in ambienti ostili (in particolare popolazioni indigene e comunità locali) in oltre 90 paesi.

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Un esemplare di guanaco, camelide dell’America meridionale © Jon G. Fuller/Getty Images

I camelidi e il loro ruolo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

Con l’anno dedicato ai camelidi, la Fao vuole creare consapevolezza sul contributo di questi animali alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla crescita economica di molte società in tutto il mondo, senza dimenticare gli aspetti culturali e sociali legati ai camelidi.

 

I camelidi svolgono un ruolo importante nel portare avanti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (sdg) riguardanti la lotta contro la fame, l’eliminazione della povertà estrema, l’emancipazione delle donne e l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri. Prosperando in luoghi dove altre specie di animali non possono sopravvivere, forniscono alle comunità latte, carne, fertilizzanti, sono strumenti di lavoro e fungono da mezzi di trasporto di cose e persone. 

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Un esemplare di cammello battriano © Getty Images

I camelidi in questo senso sono simbolo di resilienza ai cambiamenti climatici, in particolare nelle montagne dell’altopiano delle Ande in America meridionale e nelle terre aride e semi-aride di Africa e Asia e si vuole sottolineare l’importanza di investire nel sostentamento e nel potenziamento di questo sistema portando tecnologia e innovazione pur nel rispetto delle tradizioni culturali e sociali.

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Una donna andina con gli alpaca © Juan Carlos Cisneros/Getty Images

Dai cammelli agli alpaca, qualche curiosità sui camelidi

  • Negli ultimi vent’anni cammelli e dromedari sono raddoppiati, da 22 milioni nel 2001 a 39 milioni nel 2021. L’87 per cento di questi animali vive in Africa, mentre il 13 per cento in Asia.
  • Cammelli e dromedari sono chiamati “navi del deserto” per la loro capacità di sopravvivere in circostanze sfidanti, percorrendo lunghe distanze in condizioni estreme e resistendo lunghi periodi senza acqua.
  • I camelidi apparvero in Sud America 45 milioni di anni fa. In epoca preispanica, lama e alpaca erano gli animali più usati per lavorare e per la produzione di carne e fibre.
  • Oggi in Sud America vivono circa 7,5 milioni di alpaca, 4 milioni di lama, 600mila guanachi e 350mila vigogne con 200mila famiglie che allevano e gestiscono questi animali sull’altopiano andino.

 

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