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L’ondata di caldo ne ha uccisi a milioni. Così il fiume Darling-Baaka nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud poche ore fa è apparso come un enorme cimitero di pesci: interi banchi morti dopo le alte temperature che hanno colpito la regione negli ultimi giorni. «L’ondata di caldo ha aggiunto ulteriore stress su un sistema fluviale che aveva già subìto shock estremi a causa di recenti grosse alluvioni», ha spiegato su Facebook il Dipartimento delle industrie primarie dello Stato. «Queste morti di pesci sono legate a bassi livelli di ossigeno nell’acqua (ipossia). L’attuale clima caldo nella regione sta esacerbando anche l’ipossia, poiché l’acqua più calda trattiene meno ossigeno rispetto all’acqua fredda, e i pesci hanno più bisogno di ossigeno a temperature più calde». Le immagini del fiume Darling-Baaka mostrano un banco di pesci morti lungo diversi chilometri, che ora sta cominciando a marcire. Il numero è talmente elevato che le autorità credono sia impossibile rimuoverli.
Nella città di Menindee vivono circa 500 persone attualmente angosciate da quanto hanno trovato nel fiume, parte del bacino Murray Darling, il più grande sistema fluviale dell’Australia. Nel post Facebook Il DPI ha anche spiegato come la gente della città si affidi al fiume per le forniture d’acqua: «Usano l’acqua del fiume per lavarsi e fare la doccia, ora non potranno accedere a quell’acqua per uso domestico, è questo è semplicemente vergognoso». Poche ore fa la temperatura a Menindee ha raggiunto i 41 °C. Quella stessa zona del fiume non è nuova a disastri ecologici come quello accaduto poche ore fa: nell’estate del 2018 si è verificato un evento molto simile. Il gruppo di ricercatori a cui a quel tempo era stato dato il compito di capirne le cause ora ribadiscono il forte ruolo del cambiamento climatico nel New South Wales: «La transizione dalle alluvioni alla siccità e poi di nuovo alle alluvioni avviene più rapidamente che mai».
Da anni i governi della zona lavorano a un programma che dovrebbe aiutare a migliorare la salute del fiume: tra le soluzioni anche un limite alla quantità d’acqua che le aziende e le amministrazioni locali della regione possono prelevare. Ma l’applicazione del piano si è rivelata dal 2008 ad oggi molto più complessa del previsto, considerata la difficoltà delle parti interessate a trovare un compromesso. Nel frattempo il fiume è appena diventato di nuovo un cimitero di pesci: «Immaginate l’odore di un pesce morto lasciato a marcire per qualche giorno in un lavandino e moltiplicate quella puzza per milioni di pesci», ha spiegato un residente al Guardian. «Si tratta della più grande uccisione di pesci dal 2018», ha commentato la reporter locale Sarah McConnell diffondendo su Twitter le tristi immagini.