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La pet therapy dedicata all’infanzia sta facendo passi da gigante. E sta diventando un metodo per riconquistare il benessere che molti ospedali e strutture di cura adoperano per aiutare i bambini a sorridere e a scordare per un po’ i disagi legati alla malattia e alle terapie in corso. Con i metodi terapeutici che incentrano sugli animali domestici il fulcro della progettualità e vengono incontro soprattutto ai più deboli per aiutarli ad affrontare nel modo migliore lo stress delle cure si ottengono, infatti, risultati insperati.
Uno degli ultimi esempi arriva dall’ospedale San Paolo di Milano dove è da poco attivo Basta una zampa ideato e promosso da For a smile onlus – un’organizzazione no profit che da 16 anni si pone l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei bambini in Italia e nel mondo, attraverso la raccolta di fondi, la mobilitazione di risorse e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica – e da Elanco, una delle più importanti aziende dedicate al mondo della salute e del benessere degli amici a quattro zampe. Un connubio che ha visto insieme le due realtà per dar vita a un progetto all’interno del reparto di pediatria del nosocomio milanese con l’aiuto di quattro cani addestrati per la pet therapy dagli educatori professionisti di Tempo per l’infanzia che hanno permesso ai piccoli degenti a sentirsi meno soli durante il soggiorno ospedaliero. Attività importanti, quindi, che meritano di essere conosciute e apprezzate e dimostrano, ancora una volta, c0me gli animali possono essere utili all’uomo in molteplici campi e aspetti della vita di tutti i giorni.
Quando gli animali aiutano
Il progetto Basta una zampa è stato realizzato in una rete di ospedali italiani – oltre che nelle scuole – con interventi di pet therapy da 4 anni e, insieme ad Elanco, proseguirà nei prossimi mesi in diversi nosocomi su tutto il territorio nazionale. I destinatari dell’iniziativa sono sia i bambini e le loro famiglie che, grazie alle attività con i quattrozampe proposte dagli operatori, possono vivere momenti di leggerezza e di stacco dalla realtà ospedaliera, sia lo staff medico-ospedaliero, che opera così in una situazione di minore tensione. L’attività con i cani, infatti, regala ai piccoli degenti un senso di protezione in una fase dominata dall’incertezza, distoglie l’attenzione dall’ambiente ospedaliero, rafforza la complicità verso l’ospedalizzazione, e aumenta la fiducia verso gli operatori sanitari, aiutando a elaborare un linguaggio verbale e non verbale nella comunicazione.
Galli e galline e la pet therapy diventa avicola
E a Milano, sempre nell’ottica dell’apporto dato dalle terapie di pet therapy, è in corso un’altra iniziativa importante. Presso la Fattoria del parco Trotter del Comune di Milano, area servizi scolastici e educativi, è nato il primo Centro di educazione assistita con galli e galline residenziali riconosciuto a livello nazionale. Oltre ai gatti della colonia felina della struttura, infatti, è coinvolto negli interventi un gruppo di avicoli, animali che entrano sempre più spesso tra le mura domestiche degli italiani come compagni d’affezione e sono autentici protagonisti sia nelle fattorie didattiche che nei progetti di attività assistite della pet therapy. “Grazie a protocolli sanitari e gestionali attenti alle esigenze di questa specie il coinvolgimento degli animali avviene con un approccio etico, nel massimo rispetto dei bisogni etologici e del benessere, garantendo la sicurezza degli utenti che interagiscono con loro”, ci dicono gli operatori della cooperativa Tempo per l’infanzia che hanno iniziato questa attività negli spazi comunali.
L’associazione è una realtà attiva sul territorio lombardo da 35 anni e si occupa di innumerevoli servizi dedicati ai bambini e alle loro famiglie. Non solo. Da circa 13 anni eroga anche interventi assistiti con i pet ed è parte della rete nazionale We animal. La cooperativa ha realizzato recentemente le sue attività sulla relazione uomo-animale coinvolgendo galli e galline inizialmente solo attraverso attività didattiche dirette agli istituti scolastici del Municipio 2, e successivamente, dal 2020, grazie al progetto Parchi Educanti , finanziato dalla Fondazione di Comunità Milano onlus , ha iniziato a sperimentare anche l’ambito delle attività assistite.
La pet therapy con le galline è comunque iniziata in Italia già nel 2014 con le iniziative di Vidas che hanno visto proprio negli avicoli un elemento importante per contribuire al benessere delle persone malate o in convalescenza. Progetti di questo tipo erano nati nel 2011 nel nord-est dell’Inghilterra, per combattere la depressione e la solitudine tra le persone anziane. Il tutto ebbe inizio in un pollaio con solo 6 galline, ma ben presto prese il via qualcosa di più grande e impegnativo. E furono oltre 40 le strutture tra scuole, case di cura e ospedali psichiatrici in Gran Bretagna che iniziarono a portare animali meno convenzionali nelle strutture sanitarie per le pratiche di pet therapy.
Insomma, non solo cani e gatti nei vari progetti di pet therapy, ma anche galline, maiali, cavalli, cavie e criceti per aiutare gli uomini a superare il dolore e la malattia instaurando un rapporto più stretto e vitale con la natura e con i suoi abitanti.