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- La Germania ha varato un pacchetto di misure da 65 miliardi di euro per contrastare gli aumenti dell’energia.
- Venerdì Gazprom aveva annunciato che il gasdotto Nord Stream 1 non avrebbe ripreso a funzionare.
- Il Cremlino conferma: niente flusso di gas finché ci saranno le sanzioni contro Mosca.
La Germania corre ai ripari, in previsione di un inverno caratterizzato da incertezza – quanto gas avrà a disposizione l’Europa? – e una certezza: l’inflazione alle stelle (ad agosto a Berlino è aumentata del 7,9 per cento e per gli economisti tedeschi andrà presto in doppia cifra). Il governo tedesco presieduto da Olaf Scholz ha quindi varato una serie di misure dal valore complessivo di 65 miliardi di euro, che comprendono aiuti per i cittadini e le imprese, per far fronte alla possibile (oltreché probabile) emergenza dei prossimi mesi.
Si tratta, con questo, del terzo intervento messo in atto dall’esecutivo composto da socialdemocratici, verdi e liberali, per un totale di quasi 100 miliardi di euro allocati. “Il nostro terzo pacchetto di aiuti – ha spiegato il cancelliere Olaf Scholz – è maggiore dei primi due messi insieme. Per me è particolarmente importante che sostenga coloro che hanno un reddito basso e che, senza un sostegno, temono per il loro sostentamento”.
I soldi arrivano dagli extraprofitti delle compagnie energetiche
Il nuovo pacchetto di aiuti non renderà necessario il ricorso a un indebitamento extra: i 65 miliardi di euro verranno reperiti in parte dal bilancio corrente, in parte da un prelievo sugli extraprofitti realizzati dalle compagnie energetiche grazie all’impennata dei prezzi di mercato, fondi che verranno utilizzati per contribuire ad abbassare il costo delle bollette di famiglie e imprese. Queste le misure principali:
- sul prezzo dell’elettricità in bolletta verrà posto un tetto;
- l’aumento del prezzo della CO2 previsto per inizio 2023, di 5 euro per tonnellata, sarà posticipato di un anno;
- i pensionati riceveranno un bonus una tantum da 300 euro gli studenti da 200 euro;
- aumenteranno di 18 euro gli assegni familiari per i primi due figli, per un totale di 432 euro in più, per due anni.
- sarà ampliata a due milioni di cittadini, dal 2023, la platea dei beneficiari del sussidio abitativo, che conterrà anche una componente climatica permanente e una componente permanente dei costi di riscaldamento;
- da settembre a dicembre 2022, per gli attuali beneficiari del sussidio abitativo, sarà previsto un secondo contributo-riscaldamento una tantum: 415 euro per una persona, 540 euro per due persone e ulteriori 100 euro per ogni persona in più.
Confermata, ma rimodulata, anche la misura introdotta la scorsa estate dell’abbonamento a 9 euro per i treni: i nuovi ticket costeranno da 49 a 69 euro. Una misura, quest’ultima, che soddisfa solo in parte la Vdv, associazione delle aziende dei trasporti tedesche, che avvisa: “È un bene che ci siano finalmente numeri concreti sul tavolo, ma che dire dell’incremento delle spese energetiche? Il VDV chiede una soluzione politica tempestiva, altrimenti a fronte di un biglietto più basso ci sarà una offerta sempre più limitata perché le compagnie di trasporto devono risparmiare i costi”.
Con queste misure, ha assicurato Scholz, “la Germania è pronta ad affrontare l’inverno”: una fiducia riposta anche nel fatto che per quanto riguarda Berlino lo stoccaggio di gas ha raggiunto ormai la quota dell’85 per cento delle capacità, una cifra molto vicina all’obiettivo del 90 per cento fissato per l’inizio di ottobre.
A che punto è l’Italia?
Anche l’Italia è a buon punto (86 per cento della capacità) per quanto riguarda lo stoccaggio, mentre un nuovo decreto di aiuti, che sarebbe il terzo anche nel nostro caso, è ancora in discussione: la politica italiana è al momento divisa sul ricorso a uno scostamento di bilancio, ovvero al ricorso all’aumento del debito (ipotesi non voluta dal presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi, ma spinta da una parte della maggioranza) e ragiona su una riformulazione della norma, già in vigore, sugli extraprofitti.
A oggi il contributo, previsto dal decreto Ucraina per il 2022 a titolo di prelievo solidaristico straordinario, è già previsto nella misura del 25 per cento dell’incremento del saldo tra operazioni attive e passive, ma poche aziende hanno pagato, e anzi sono ricorse in tribunale ritenendo incostituzionale il provvedimento: a giugno, lo Stato aveva incassato appena un miliardo rispetto ai 4,2 preventivati. Il Tar del Lazio emetterà la sentenza sui ricorsi – a questo punto molto attesa – solo il prossimo 8 novembre.
La chiusura (definitiva?) del Nord Stream I
Il pacchetto di misure messo a punto dalla Germania arriva ad appena 48 ore dalla chiusura da parte della Russia dell’importante gasdotto Nord Stream 1, principale conduttore di gas verso l’Europa, che attraverso i Paesi baltici arrivava direttamente in Germania: nella serata di venerdì 2 settembre infatti il colosso energetico russo Gazprom aveva dichiarato in una nota di non essere in grado, al momento, di ripristinare la fornitura di gas naturale, interrotta pochi giorni prima ufficialmente per lavori di manutenzione.
La società russa aveva addotto le ragioni dello stop alla necessità di lavori di manutenzione urgenti per riparare alcune componenti chiave, in un annuncio fatto poche ore prima che fosse dovuto il riavvio delle consegne: Gazprom infatti aveva chiuso mercoledì l’oleodotto Nord Stream 1 per tre giorni di manutenzione, duranti i quali però sarebbero stati identificati ulteriori “malfunzionamenti” di una turbina.
Il mancato ripristino del flusso era sembrato però da subito una ritorsione all’ipotesi avanzata in sede europea di fissare un tetto al prezzo del gas e del petrolio: oggi il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha infatti confermato, citato da Interfax, che il flusso di gas non riprenderà finché persisteranno le sanzioni europee alla Russia. Il primo risultato, per ora, è che il prezzo del gas è schizzato a 264 euro al megawatt ora, con un rialzo del 23 per cento in un solo giorno.