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- La campagna #EUforAnimals, lanciata nel marzo 2021, chiede l’istituzione di un commissario europeo per il benessere animale.
- A giugno 2022 Animal Equality, Animal Law Italia e diversi eurodeputati hanno ribadito l’adesione da parte dell’Italia.
E se la prossima legislatura europea avesse anche un commissario per il benessere animale, con una delega chiara ed esplicita per la tutela di tutti gli animali nei paesi europei, al contrario di quanto avviene oggi?
È quello che chiede la campagna #EUforAnimals, lanciata nel marzo 2021 dall’organizzazione belga Gaia e diventata in breve tempo internazionale, al punto che le firme raccolte dalla petizione sono ormai 173mila in tutta Europa. E a riprova che i cittadini europei sono d’accordo, vi è anche un sondaggio condotto a giugno dello scorso anno da Ipsos che mostra che il 69 per cento degli europei vedrebbe con favore l’introduzione della figura del commissario europeo per il benessere degli animali.
Sono troppi gli scandali che riguardano gli animali allevati a scopo alimentare
A ribadire l’appoggio dell’Italia alla richiesta, presso la sede di rappresentanza del Parlamento Ue in Italia a Roma, sono stati in questi giorni anche Animal Equality, Animal Law Italia e diversi eurodeputati italiani e stranieri, tra cui il primo firmatario delle interrogazioni orali presentate all’europarlamento, il danese Niels Fuglsgang. “In questi anni abbiamo assistito a troppi scandali che hanno avuto come protagonisti gli animali sfruttati a scopo alimentare, come la vicenda delle centinaia di animali trasportati in nave e lasciati agonizzare per mesi in mare aperto – ha ricordato Fuglsgang –. Ma nessuno si è finora preso responsabilità in merito, ecco perché un commissario europeo per il benessere animale è essenziale”.
Il riferimento è a quanto avvenuto lo scorso anno, quando due navi cariche di bovini, in tutto quasi 2.500, sono rimaste per oltre tre mesi al largo del Mediterraneo, respinte dai porti di tutta Europa per via di un focolaio di febbre catarrale.
Qualcosa si muove, qualcuno no
Lo scorso gennaio una interrogazione orale per la nomina di un commissario europeo esplicitamente incaricato del benessere degli animali, presentata da Fuglsgang, è stata la più firmata tra quelle presentate dai parlamentari europei in questa legislatura e oltre, con 118 sottoscrizioni: nonostante questo, l’interrogazione non è stata mai calendarizzata. Ad aprile il secondo tentativo: 127 firme, nessuna calendarizzazione.
Eppure, ad oggi ben 182 eurodeputati – ovvero due terzi dell’intero Europarlamento –, oltre ai 173 firmatari della petizione, hanno espresso il loro sostegno alla campagna #EUforAnimals, promossa da più di quaranta organizzazioni di protezione degli animali in tutta l’Ue, di cui nove italiane: Animal Equality, Animal Law Italia, Ciwf Italia, Enpa, Federazione italiana difesa diritti animali e ambiente, Humane society Italia, Lav, Lega italiana difesa animali e ambiente, Oipa.
Nonostante questo, all’appello mancano ancora molti europarlamentari italiani – ben 56 sui 76 totali – che, come racconta il coordinatore europeo di #EUforAnimals Adolfo Sansolini, il mese scorso hanno votato contro l’emendamento presentato da Verdi e Sinistra alla relazione sulla direttiva sul benessere degli animali “che avrebbe eliminato per sempre una pratica vergognosa come quella dell’alimentazione forzata di oche e anatre per produrre il foie gras”: nonostante sia già vietata in 22 paesi dell’Unione, nella relazione si legge infatti che “la produzione di foie gras si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali”.
Mentre il benessere degli animali sta molto a cuore ai cittadini europei, dunque, l’attenzione che ha ricevuto a Bruxelles ha fluttuato a seconda delle priorità della commissione in carica in quel momento. Per l’eurodeputata verde Eleonora Evi “bisogna dire basta alle violazioni sistematiche delle norme sul benessere animale che vengono commesse ogni giorno nell’Unione europea: dal trasporto degli animali vivi alla produzione del foie gras, è arrivato il momento che l’Europa dia risposte concrete di fronte a un sistema produttivo e alimentare malato che considera gli animali solo come merce”.
Secondo Matteo Cupi, presidente di Animal Equality, “gli animali meritano una vita diversa da quella che l’industria degli allevamenti intensivi riserva loro. Da anni come Animal Equality continuiamo a mostrare la verità che si cela dietro agli allevamenti perché sappiamo che è fondamentale non distogliere mai l’attenzione da questi temi. Contrastare chi sfrutta gli animali e le risorse del Pianeta è una priorità: le istituzioni e la politica devono assumersi la responsabilità di questo sistema distopico e intervenire per cambiarlo radicalmente”.
Obiettivo 2024
Quella di #EUforAnimals, del resto, “è una campagna sull’ipocrisia, perché a oggi ci sono moltissime direttive europee che vengono ignorate proprio per mancanza di controlli”, spiega Sansolini: la competenza dei diritti degli animali, infatti, è passata negli anni dalla commissione Agricoltura a uno specifico dipartimento della commissione Salute, la Direzione di preparazione alle crisi nel settore alimentare, animale e vegetale, “riconoscendo finalmente che gli animali non sono pomodori. Ora però noi vogliamo una svolta: una commissione che valuti, aggiorni e implementi le normative a tutela degli animali”. La responsabilità, nel contesto attuale, diventerebbe in toto del commissario alla Salute, sicurezza alimentare e benessere animale, incarico ricoperto oggi (per la sola parte di salute e sicurezza alimentare) dalla cipriota Stella Kyriakides.
L’attuale commissione, aggiunge Sansolini, “è molto più attiva delle altre”, ma sarà la prossima quella decisiva: #EUforAnimals chiederà a tutti i partiti di inserire nei propri programmi elettorali per le Europee del 2024 l’impegno all’esplicitazione “benessere degli animali” nella nomenclatura della prossima commissione, e a chiedere ai rispettivi gruppi europei di fare altrettanto.