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- È iniziata la Uncontacted tribes week organizzata da Survival per sensibilizzare i suoi sostenitori e l’opinione pubblica sui diritti dei popoli incontattati.
- Si tratta di popoli che custodiscono la biodiversità dei propri territori, la cui esistenza è però minacciata dal presunto progresso globale.
È iniziata il 17 giugno e si concluderà il 23 la Uncontacted tribes week, la settimana internazionale di sensibilizzazione e mobilitazione per i diritti dei popoli incontattati del pianeta organizzata da Survival International.
Nel panorama globale, si stima l’esistenza di almeno 150 popoli incontattati, prevalentemente situati nella regione del bacino amazzonico. Queste comunità, tra le più autosufficienti al mondo, costituiscono una componente cruciale della diversità umana. Tuttavia, la loro esistenza è seriamente compromessa dall’inesorabile sfruttamento delle risorse naturali da parte delle nazioni industrializzate.
Intere comunità sono infatti decimate dalla violenza genocida perpetrata da esterni, i quali sottraggono loro terre e risorse. A ciò si aggiungono le malattie, come influenza e morbillo, contro cui questi popoli non possiedono difese immunitarie, aggravando ulteriormente la loro situazione.
La Uncontacted tribes week per sensibilizzare sul tema
Tra le popolazioni indigene su cui Survival intende sensibilizzare durante la Uncontacted tribes week c’è sicuramente il popolo Mashco Piro, in Perù, probabilmente il popolo incontattato più numeroso al mondo. I Mashco Piro vivono nella foresta peruviana, al confine con il Brasile e il loro territorio è minacciato dalle attività della compagnia per il taglio del legno Canales Tahuamanu. La distruzione della foresta, gli incontri fortuiti con i taglialegna e la diffusione di malattie potrebbero sterminare completamente gli appartenenti a questo popolo.
Canales Tahuamanu ha persino ricevuto la certificazione del Forest stewardship council (Fsc), un riconoscimento che dovrebbe garantire l’operato etico e sostenibile dell’azienda. Per questo motivo, Survival ha sollecitato Fsc a revocare immediatamente la certificazione concessa a questa azienda, senza però ottenere risposta.
Popoli incontattati costretti a uscire dalla foresta
Un altro popolo su cui sono accesi i riflettori, almeno quelli di Survival, è quello degli Shompen, in India. Il governo indiano vuole trasformare la piccola isola di Great Nicobar, dove vivono gli Shompen incontattati, nella “Hong Kong dell’India”. Il “mega-progetto” di sviluppo prevede la costruzione di un porto gigantesco, una città, una centrale elettrica, una base militare, un parco industriale e molto altro, con un aumento della popolazione di circa l’8.000 per cento. Se il progetto dovesse proseguire, sarebbe devastante: “crediamo sarebbe una condanna a morte per gli Shompen, equivalente al crimine internazionale di genocidio” si legge in una lettera al governo indiano firmata da 39 studiosi internazionali di genocidio.
E poi c’è il popolo Hongana Manyawa, in Indonesia. In un video diffuso di recente, e diventato virale, si vedono alcuni Hongana Manyawa incontattati costretti a uscire dalla loro foresta per chiedere cibo ai minatori che operano nella loro terra. L’estrazione del nichel, utilizzato per la produzione delle batterie delle auto elettriche, sta infatti distruggendo rapidamente la loro foresta e gli Hongana Manyawa non possono più cacciare. A seguito della diffusione del video, il presidente del Senato indonesiano ha affermato che il governo del paese dovrebbe “intervenire immediatamente per fornire protezione alla tribù indigena”.
I popoli incontattati non sono reliquie di un passato superato
“I popoli incontattati non sono reliquie primitive di un passato remoto destinate inevitabilmente all’assimilazione economica e culturale, o all’estinzione” ha commentato Francesca Casella, direttrice di Survival International Italia. “Vivono nel presente, sono nostri contemporanei; semplicemente non sono industrializzati e si sono evoluti secondo paradigmi diversi dai nostri”.
I popoli incontattati sono considerati custodi dei luoghi a più alta biodiversità, ma anche i popoli più vulnerabili del mondo. L’obiettivo della Uncontacted tribes week è proprio quello di mobilitare l’opinione pubblica sui temi della conservazione: da questo tipo di consapevolezza dipende se questi popoli sopravviveranno o saranno sacrificati nel nome di un presunto ‘progresso’.