Le immagini della Florida dopo il passaggio dell’uragano Milton

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Dopo il passaggio dell’uragano Milton, gli Stati Uniti cominciano la conta dei danni. Un primo bilancio, ancora provvisorio, indica che nella notte tra mercoledì e giovedì sono morte in Florida almeno sedici persone. A ciò si aggiungono giganteschi i danni materiali, che secondo le prime stime potrebbero raggiungere un totale di 100 miliardi di dollari. Una cifra gigantesca, che si va ad aggiungere ai circa 47 miliardi derivanti dal passaggio di un altro fenomeno estremo, l’uragano Helene, che ha colpito le stesse zone alla fine di settembre.

Uragano Milton: 3 metri di acqua, almeno 16 morti e 100 miliardi di dollari di danni in Florida

Quest’ultimo è stato però peggiore dal punto di vista del numero di vittime: 247 in totale, di cui quindici in Florida. Tanto che le autorità statunitensi si sono mostrate nel complesso sollevate: la potenza dell’uragano Milton era tale da far temere conseguenze ancora peggiori. A trovarsi nella situazione più difficile è stata la contea di Sarasota, sulla costa occidentale: qui l’acqua è arrivata a 2,5-3 metri di altezza, secondo quanto riferito dal governatore Ron DeSantis. Spazzando via case, automobili, linee elettriche. Complessivamente, più di 3 milioni milioni di persone sono rimasti senza erogazione di energia.

La Florida, terzo stato americano più popoloso, è abituata ai passaggi di uragani. A partire dal 1900, tuttavia, soltanto in tre occasioni se ne sono registrati tre in una sola stagione. Gli scienziati, d’altra parte, da anni spiegano che l’aumento della temperatura media globale – e la conseguente crescita anche della temperatura dei mari – aumenterà la forza e la frequenza degli eventi meteorologici estremi. E anche l’intensificazione particolarmente rapida, come nel caso dell’uragano Milton, è resa più probabile dai cambiamenti climatici. “Numerosi aspetti di Helene e di Milton corrispondono a tale scenari – ha spiegato lo scienziato dell’atmosfera John Marsham -. Gli uragani hanno bisogno di oceani caldi per formarsi, e le temperature record registrate nelle acque alimentano tempeste devastanti”.

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