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- Le elezioni parlamentari del 26 ottobre in Georgia sono state vinte dal partito al governo Sogno georgiano con il 53,9 per cento dei voti.
- Le opposizioni denunciano presunti brogli e interferenze da parte di Mosca. Decine di migliaia di persone hanno protestato in piazza a Tbilisi contro il risultato elettorale che rischia di allontanare il Paese dall’integrazione con l’Ue.
- Washington e Bruxelles chiedono di indagare contro le presunte violazioni. Mosca rispedisce le accuse al mittente. E c’è chi parla di tentativo di colpo di Stato.
Migliaia di persone ieri sera, 28 ottobre 2024, hanno protestato in centro a Tbilisi contro il risultato delle elezioni parlamentari che hanno confermato il partito al governo Sogno georgiano con il 53,9 per cento delle preferenze, contro il 37,7 per cento della coalizione all’opposizione. L’affluenza è stata del 59 per cento. La presidente Salomé Zourabichvili ha dichiarato i risultati “illegittimi”, sostenendo l’interferenza elettorale da parte di una “operazione speciale russa”.
“Non posso riconoscere queste elezioni: legittimerebbero la presa di potere della Russia sulla Georgia. I nostri predecessori hanno sopportato troppo perché possiamo rinunciare al nostro futuro europeo”. È una presa di posizione dura, che incita alla protesta, quella di Zourabichvili. Dopo averle definite delle “elezioni truccate” con “l’infiltrazione della Russia”, la presidente filoeuropea ha detto che non riconoscerà l’esito del voto, invitando il popolo a protestare davanti alla sede del Parlamento.
Il partito vincitore
Il testa a testa tra Sogno georgiano che governa da 12 anni e le forze di opposizione è stato interpretato da molti come uno spartiacque che potrebbe determinare se la Georgia si allontanerà dal percorso verso l’integrazione con l’Unione europea (ha ottenuto lo status di candidato nel 2023) per tornare sotto la sfera di influenza della Russia, uno dei principali partner economici di Tbilisi.
La vittoria del partito fondato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, l’uomo più ricco della Georgia cha ha trascorso gran parte degli anni ’90 in Russia fondando società bancarie, metallurgiche e di telecomunicazioni, potrebbe infatti segnare lo strappo con Bruxelles. Uno strappo su cui pesano soprattutto le accuse di presunti brogli e violazioni denunciate durante il voto di sabato.
Fondato nel 2012 da Ivanishvili che radunò attorno a sé le forze di opposizione che si contrapponevano all’allora presidente Mikheil Saakashvili, il partito Sogno georgiano, pur dichiarandosi ufficialmente un partito pro-europeo (nel 2018 fu proprio Sogno georgiano a porre l’obiettivo di entrare nell’Ue e avvicinarsi alla Nato) negli ultimi due anni ha ridimensionato la propria posizione nei confronti dell’Europa preferendo un atteggiamento più neutrale. Un cambio di toni sul quale ha pesato la guerra in Ucraina e il timore di nuove tensioni con la Russia, letto da molti come un “ritorno di fiamma” con Mosca.
Le accuse di presunti brogli
Contestando il risultato del voto di sabato, l’opposizione georgiana ha chiesto di indire nuove elezioni gestite da “un’amministrazione elettorale internazionale”. Gli osservatori locali hanno infatti accusato il governo di aver intrapreso “un complesso schema di frode elettorale”. Anche i giornalisti del giornale indipendente OC-Media scrivono di aver “osservato violazioni per tutta la giornata, tra cui violazioni della segretezza del voto”.
In un video, circolato a seggi ancora aperti, si vede una persona che infila una serie di schede nell’urna.
Zlatko Vujovic, capo missione della Rete europea delle organizzazioni di monitoraggio elettorale, parla di violenza usata contro i membri dell’opposizione, di intimidazione degli elettori, campagne diffamatorie contro gli osservatori e uso improprio delle risorse amministrative.
“Le elezioni non sono state condotte in modo corretto, come ci si dovrebbe aspettare da un Paese candidato all’Unione europea”, ha detto Vujovic.
Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha invece respinto le accuse delle opposizioni, sostenendo che si tratta solo di un tentativo di “giustificare” il loro fallimento politico. “È tecnicamente impossibile fare qualsiasi trucco quando le elezioni si svolgono con il voto elettronico”, ha detto il premier.
Insomma, dopo le proteste di maggio 2024, scatenate dall’approvazione della controversa legge sugli agenti stranieri, ribattezzata la “legge russa” per via delle somiglianze con la normativa usata da Mosca per mettere a tacere la stampa indipendente e le ong, ora su questo piccolo Paese del Caucaso incombe l’ombra di nuove sommosse e della crisi politica.
“Non vedo un futuro positivo per l’opposizione adesso – ha commentato l’analista politico georgiano Ghia Nodia, ex ministro dell’Istruzione –. Con l’annuncio dei risultati delle elezioni si chiude una tappa storica, una tappa che ci stava portando in direzione dell’Europa”.
Le reazioni di Bruxelles
Nel frattempo la Commissione europea e il suo vicepresidente Josep Borrell hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono alla Commissione elettorale centrale della Georgia e alle “altre autorità competenti” di “adempiere al loro dovere di indagare in modo rapido, trasparente e indipendente le irregolarità elettorali”.
Hanno inoltre invitato la Georgia ad “adottare riforme democratiche, globali e sostenibili, in linea con i principi fondamentali dell’integrazione europea”, sottolineando che “qualsiasi legislazione che metta a repentaglio i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini georgiani, e che sia contraria ai valori e ai principi dell’Ue, deve essere abolita”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha avvertito che Washington non “esclude ulteriori conseguenze se la direzione del governo georgiano non cambierà”.
“Siamo stati testimoni e vittime di una vera e propria operazione speciale condotta dalla Russia: un nuovo tipo di guerra ibrida contro il nostro popolo”, ha rincarato la dose la presidente Salomé Zourabichvili intervenendo dal suo palazzo presidenziale, circondata dai leader dell’opposizione.
I commenti da Mosca
Le reazioni da Mosca non si sono fatte attendere. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha detto che effettivamente ci sono stati dei tentativi di manipolazione di queste elezioni, “ma non da parte della Russia”. Secondo lui, “moltissime forze dei paesi europei hanno provato a influenzare il risultato del voto, e non hanno nemmeno provato a nasconderlo, lo hanno fatto apertamente”.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo Marija Zakharova, rispondendo alla dichiarazione della presidente georgiana Salomé Zourabichvili, ha criticato il concetto di “futuro europeo” dicendo che i popoli possono avere un futuro solo “se pensano con la propria testa e non seguono ciecamente gli ordini di Washington”.
Intanto, uno dei primi leader mondiali a congratularsi con i politici di Sogno georgiano è stato il primo ministro ungherese Viktor Orban, che proprio in questi giorni si è recato in visita a Tbilisi.
Le accuse dei preparativi di un colpo di Stato
Dopo l’invito a scendere in strada e a protestare lanciato dalla presidente Salomé Zourabichvili, un alto esponente del partito vincitore, Shalva Papuashvili, ha parlato di preparativi per un “colpo di Stato”. “Questo scenario – ha detto Papuashvili – è stato preparato in anticipo. Dichiarare illegittimi i risultati per formare un governo tecnico: questo è lo scenario di un colpo di Stato”.
Parole già sentite, che riportano alla mente lo scenario ucraino con le proteste di piazza Maidan interpretate da Mosca come un colpo di Stato. Ieri, 28 ottobre, l’agenzia statale russa Tass, citando fonti nella regione, ha pubblicato la notizia del presunto arrivo in Georgia di “cecchini addestrati in Ucraina per organizzare provocazioni durante le proteste di massa”.
Indipendentemente dalla resa dei conti politica, la Georgia sta affrontando un giro di boa storico. Sono in corso cambiamenti globali e regionali, e qualsiasi forza politica che si metterà alla guida di Tbilisi dovrà fare i conti con questa realtà.