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- Il governo del Regno Unito ha anticipato il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni.
- Il taglio previsto entro il 2035 passa dal 78 all’81 per cento rispetto ai livelli del 1990.
- A dare l’annuncio è stato il premier laburista Keir Starmer alla Cop29 di Baku.
Il premier britannico Keir Starmer, alla sua prima Conferenza delle parti sul clima, annuncia un cambio di passo nel percorso per la riduzione delle emissioni del paese. Il Regno Unito si impegna a tagliarle dell’81 per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990, e non più del 78 per cento.
Perché servono nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni
I piani per la riduzione delle emissioni dei singoli stati (nationally determined contributions, ndc) sono previsti dall’Accordo di Parigi e sono indispensabili per contenere il riscaldamento globale. Finora, tuttavia, sono stati ampiamente insufficienti. Anche se quelli attuali venissero rispettati tutti per filo e per segno, la temperatura media globale crescerebbe di 2,6 gradi centigradi. Molto di più rispetto alla “soglia di sicurezza” degli 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.
Gli stati dovranno dunque presentare le nuove ndc entro l’inizio del 2025, in vista della Cop30 che si terrà a Belem, in Brasile. Ma Keir Starmer ha deciso di accelerare i tempi, dando l’annuncio già durante la seconda giornata della Cop29 in corso a Baku, in Azerbaigian. “Non fraintendetemi: si è aperta la corsa per i lavori del futuro legati all’energia pulita, per l’economia di domani, e io non voglio restare in mezzo al gruppo. Voglio conquistare il vantaggio”, ha dichiarato.
Cosa prevede la strategia climatica del Regno Unito
La strategia climatica messa a punto dal precedente esecutivo conservatore, già al centro di una battaglia legale, è destinata quindi ad andare in pensione. Il governo laburista uscito vincitore dalle elezioni di quest’estate ha deciso di seguire le indicazioni del Climate change committee (Ccc), un’autorità di supervisione indipendente. Il taglio delle emissioni nette previsto per il 2030 resta del 68 per cento, mentre l’obiettivo per il 2035 passa dal 78 all’81 per cento; va però specificato come questo nuovo target escluda dal proprio perimetro i settori dell’aviazione e della navigazione internazionale. Questo piano andrà sottoposto al parlamento entro febbraio.
A partire dal suo insediamento, l’esecutivo laburista ha dato il via libera a vari progetti di produzione di energia eolica e solare e ha promesso di non rilasciare più licenze per la ricerca di idrocarburi nel mare del Nord. Il 30 settembre la centrale di Ratcliffe-on-Soar, l’ultima rimasta, ha smesso di bruciare carbone per passare alla produzione di idrogeno verde. Il Climate change committee ha già messo in chiaro come la produzione di energia pulita possa arrivare fino a un certo punto, perché poi devono entrare in gioco anche i comportamenti delle persone. Su questo tema Keir Starmer è stato finora cauto, anche nel suo discorso alla Cop29. È comunque plausibile l’introduzione di limiti alla vendita di auto a benzina e diesel o di tasse sui beni, anche alimentari, a maggiore impatto.