È successo di nuovo: questa volta l’alluvione ha colpito il Catanese

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Una forte alluvione ha colpito il Catanese: in poche ore una quantità di pioggia pari all’80 per cento della media annuale.
  • Ben 511 millimetri di pioggia si sono abbattuti nel Catanese, in particolare a Giarre, in poche ore: nessuna vittima ma molti danni a infrastrutture.
  • Centinaia i soccorritori in azione, chiuso un tratto di autostrada e molte scuole.
  • L’allarme dei comuni siciliani e delle autorità di bacino: “Il sistema idraulico non è più in grado di reggere a questi eventi climatici”.

Mesi e mesi di siccità. Poi, all’improvviso, l’alluvione. Questa volta è successo in Sicilia, nel catanese, dove ieri un violento nubifragio ha trasformato le strade in veri e propri fiumi di acqua e fango: le precipitazioni hanno raggiunto livelli record, con 511 mm di pioggia registrati a Giarre in sole 12 ore. Ma la situazione è stata e rimane particolarmente critica nei comuni anche comuni di Torre Archirafi, Riposto, Acireale e Aci Sant’Antonio. Vigili del Fuoco, ma anche uomini della Protezione Civile e semplici volontari, si sono attivati in centinaia di interventi,  soprattutto per soccorrere automobilisti bloccati nelle proprie vetture e persone intrappolate nelle abitazioni allagate. In particolare, a Riposto, un torrente è esondato invadendo il piano terra di un’abitazione e trascinando alcune auto in mare. Fortunatamente, non ci sono state vittime, ma due persone con disabilità se la sono vista brutta e sono state salvati in un’operazione di emergenza.

Auto in mare, frane e strade allagate: i danni nel Catanese

L’alluvione ha causato gravi disagi alla popolazione, con strade allagate e infrastrutture danneggiate. In particolare, l’autostrada Messina-Catania è stata interrotta tra Giarre e Fiumefreddo, e molte scuole sono state chiuse per motivi di sicurezza. Anche la strada provinciale per Riposto è stata bloccata a causa di una frana. Il capo dipartimento della Protezione Civile siciliana, Salvo Cocina, ha visitato le aree più colpite per coordinare ulteriori interventi, mentre la Regione Sicilia ha richiesto lo stato di emergenza per garantire la massima urgenza nella fornitura di mezzi e risorse.

L’ennesimo alluvione che colpisce un territorio italiano (e il pensiero ancora vivo di quanto accaduto a Valencia) evidenzia però una volta di più la necessità di andare oltre la gestione emergenziale. L’Anci Sicilia, che riunisce tutti i comuni dell’isola, sottolinea oggi che il sistema idraulico attuale “non è più in grado di reggere le condizioni climatiche avverse” e ha chiesto interventi urgenti per affrontare i problemi legati al rischio idrogeologico. Solo pochi giorni fa il governo ha ricordato come con il Piano di mitigazione del rischio idrogeologico sono stati stanziati 1.084 milioni di euro da destinare alle Regioni e alle Province autonome. 

Tra mitigazione e adattamento 

Oltre alla mitigazione però è necessario l’adattamento: l’Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) ha invitato l’Unione Europea a un grande sforzo comune per contrastare le conseguenze degli eventi meteorologici estremi.“Stavolta un drammatico effetto sorpresa non c’è stato, limitando le conseguenze a danni materiali, ma il fenomeno Dana si è ripetuto sia sulla Spagna che sull’Italia, complice un bacino mediterraneo con temperature oltre i 3 gradi superiori alla media ed un mare, che oscilla tra i 22° ed i 24° a Sud della Sicilia -sottolinea l’Anbi – Questa condizione favorisce il verificarsi di quegli eventi estremi, causati dall’incontro/scontro fra correnti calde e fredde, già causa delle emergenze, che hanno ripetutamente colpito la penisola e devastato la provincia valenciana in questo turbolento autunno 2024”.

Basti pensare che i 511 millimetri di pioggia caduti corrispondono all’incirca all’80 per cento degli accumuli pluviometrici annuali nella provincia di Catania.  Un aiuto, secondo Anbi, può venire dalla tecnologia. “Disponibilità di big data ed intelligenza artificiale sono determinanti per quella scienza predittiva, fondamentale per adattarci ai nuovi scenari climatici”, indica il presidente, Francesco Vincenzi: “Per questo ci appelliamo all’Unione Europea per un grande sforzo comune, finalizzato a contrastare le conseguenze dell’estremizzazione degli eventi meteo, che sta accomunando il continente”.

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