https://www.lifegate.it/torture-gaza-israele-human-rights-watch
- |
- Human Rights Watch denuncia le condizioni di detenzione raccapriccianti a cui è stato sottoposto il personale sanitario di Gaza in Israele.
- Le testimonianze parlano di elettroshock, stupri con i manganelli, bruciature e negazione delle cure sanitarie.
- Dal 7 ottobre Israele ha ucciso oltre 500 operatori sanitari palestinesi a Gaza e ne ha arrestati più di 300.
I soldati e le guardie carceriarie israeliane hanno torturato, stuprato e umiliato il personale sanitario palestinese di Gaza. È la denuncia contenuta in un nuovo rapporto dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch, che ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di aprire un’indagine per crimini di guerra.
Le testimonianze arrivano da medici e infermieri che a partire dal 7 ottobre 2023 sono stati catturati dall’esercito israeliano durante gli assedi agli ospedali e le evacuazioni. Alcuni di loro sono stati detenuti per mesi nelle prigioni israeliane e qui, come denuncia Human Rights Watch, hanno subito trattamenti inumani e degradanti di ogni tipo, come umiliazioni, percosse, posizioni di stress forzate, ammanettamenti e bendaggi prolungati, negazione delle cure mediche e abusi sessuali. Due operatori sanitari sono morti durante le detenzioni, mentre Israele da ottobre ha ucciso almeno 500 operatori sanitari nella Striscia di Gaza.
Il rapporto di Human Rights Watch
Da marzo a giugno Human Rights Watch ha raccolto le testimonianze di operatori sanitari palestinesi arrestati dai soldati israeliani nella Striscia di Gaza e poi rilasciati. I racconti, molto simili tra loro, sono poi stati incrociati con documenti dell’Onu e di altre realtà umanitarie a proposito del modus operandi di Israele a Gaza e nelle sue prigioni.
Alcuni operatori sanitari hanno raccontato di essere stati prelevati dai soldati israeliani mentre si trovavano al lavoro, durante gli assedi agli ospedali di Gaza. Altri sono stati arrestati nel corso delle evacuazioni di alcune città e quartieri del territorio palestinese. Tutti sono stati accusati di essere vicini ad Hamas, un’accusa falsa, come dimostra il loro successivo rilascio. Gli operatori sanitari sono stati trasferiti in alcune prigioni e basi militari in Israele, dove hanno denunciato di aver subito trattamenti inumani e degradanti.
Nel rapporto di Human Rights Watch si legge che tutti hanno dichiarato di essere stati spogliati, picchiati, bendati e ammanettati per molte settimane. Il paramedico Walid Khalili ha raccontato di essere stato lasciato sospeso a una catena ammanettato e sottoposto a elettroshock nella prigione di Sde Teiman, dove da ottobre sono già morti 35 detenuti, tra cui un uomo sodomizzato con un manganello elettrico. Ex prigionieri e soldati israeliani in servizio a Sde Teiman avevano già denunciato un sistema collaudato di torture, abusi e stupri, che aveva portato all’arresto di alcune guardie mentre leader politici e personalità israeliane di spicco si mobilitavano per chiederne la liberazione.
Violenze e stupri
Eyad Abed, un paramedico dell’Indonesian Hospital di Gaza, ha raccontato di essere stato picchiato costantemente dal personale israeliano durante la detenzione, al punto da rompergli costole e coccige senza che poi gli venisse prestato soccorso.
“Ogni minuto ci picchiavano. Su tutto il corpo, sulle zone sensibili tra le gambe, il petto, la schiena. Ci prendevano a calci su tutto il corpo e sul viso. Usavano la parte anteriore dei loro stivali che avevano una punta di metallo, poi le loro armi. Avevano degli accendini: un soldato ha cercato di bruciarmi”, le parole di Abed riportate da Human Rights Watch. L’autista di un’ambulanza ha invece raccontato di essere stato messo in una gabbia con altre decine di detenuti e da lì di aver assistito alle guardie israeliane che picchiavano a morte con sbarre di metallo due uomini. Durante gli interrogatori veniva lasciato fino a 15 ore in mutande su una sedia ammanettato, senza che gli venisse data la possibilità di andare in bagno e costringendolo a urinarsi addosso, senza che gli venissero forniti cibo e acqua.
Nel rapporto di Human Rights Watch si parla anche di stupri e minacce di violenze sessuali. L’infermiere Khader Abu Nada ha detto che quando ha negato di essere un affiliato di Hamas le guardie israeliane hanno minacciato di violentarlo con un manganello elettrico, dicendo che poi si sarebbero occupati di sua madre. “Ero psicologicamente distrutto, mi sono sentito umiliato”, la sua testimonianza. Un altro paramedico si è ritrovato in cella con un uomo a cui sanguinava l’ano, che gli ha raccontato di essere stato stuprato a turno da tre soldati israeliani con un fucile d’assalto. Anche un altro medico ha raccontato di perquisizioni in cella che si trasformavano in abusi sessuali.
L’appello alla Corte internazionale di giustizia
Nel rapporto di Human Rights Watch vengono denunciate le terribili condizioni di detenzione degli operatori sanitari palestinesi. L’acqua e il cibo era razionato e tutto quello di cui disponevano i prigionieri era un sacchetto della spazzatura che le guardie israeliane riempivano di acqua per farli bere e di scatolette di tonno per farli mangiare. Un operatore sanitario ha raccontato di aver perso 22 chili durante la detenzione e ai detenuti venivano negate le cure sanitarie.
Quanto contenuto nel rapporto di Human Rights Watch è in linea con altri report di organizzazioni umanitarie e inchieste giornalistiche. Il media israeliano Haaretz lo scorso marzo ha rivelato che le autopsie dei detenuti palestinesi morti nelle carceri israeliane hanno svelato omissioni di soccorso e segni di abusi. Anche il fatto che il personale sanitario sia un obiettivo dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza non è una novità. Dal 7 ottobre a oggi Israele ha ucciso almeno 500 operatori sanitari, in alcuni casi deliberatamente. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, da ottobre l’esercito israeliano ha arrestato oltre 300 operatori sanitari.
Come denuncia Human Rights Watch, la detenzione arbitraria e le violenze agli operatori sanitari palestinesi da parte di Israele hanno aggravato la crisi sanitaria in corso Gaza, dove l’offensiva israeliana ha finora causato più di 40mila morti e quasi 100mila feriti. Per questo motivo nel suo rapporto l’organizzazione non governativa chiede che la Corte internazionale di giustizia, che sta già lavorando sull’accusa di genocidio contro lo stato di Israele, apra una nuova indagine sulle violenze e le torture al personale sanitario, un crimine di guerra.