clima

Mettere in atto politiche volte a contrastare il cambiamento climatico senza accompagnarle con incentivi, interventi sui prezzi o apposite politiche fiscali potrebbe rivelarsi sostanzialmente inutile: è ciò che emerge da una nuova ricerca sottoposta a revisione paritaria, guidata dall’Istituto di Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico (PIK) e dall’Istituto di Ricerca Mercator sui Beni Comuni Globali e sul Cambiamento Climatico (MCC) e pubblicata sulla rivista Science. Lo studio ha sfruttato un approccio innovativo e un nuovo database per analizzare oltre 20 anni di politiche climatiche, scoprendo che solo 63 casi su circa 1.500 si sono rivelati effettivamente efficaci nel ridurre significativamente le emissioni di gas serra. «I nostri dati dimostrano che tante politiche non equivalgono necessariamente a risultati migliori: fondamentale, invece, è il giusto mix di misure», spiegano gli autori dello studio. La ricerca ha utilizzato u...

vai a leggere

di Rita Cantalino Ioane Teitiota è un uomo originario dell’isola di Tarawa, nella Repubblica di Kiribati, sulla mappa un puntino al centro del Pacifico che rappresenta una piccola costellazione di atolli corallini e isolette. Un paradiso di spiagge bianche e mare cristallino le cui isole sono le prime in tutto il pianeta, ogni giorno, a vedere l’alba, le prime a festeggiare ogni nuovo anno, ma che potrebbero presto scomparire perché il mare le sta inghiottendo.  Per questo, nel 2015 Teitiota ha deciso di andarsene. L’erosione della costa stava rendendo casa sua invivibile: i terreni si stavano salinizzando, coltivare o allevare animali era impossibile perché l’acqua dolce era sempre di meno. Con l’acqua diminuiva anche la terra su cui poggiare i piedi, avere una casa, vivere: il mare si stava mangiando tutto, facendo crescere il malcontento e, con esso, un clima di violenza dovuto alla scarsità di terreni.  Teitiota va in...

vai a leggere

Dal presupposto che la COP28 non porterà mai a soluzioni concrete alla crisi climatica, in Colombia, è iniziata la Earth Social Conference, una sorta di controconferenza di protesta che, comunque, potrebbe avere dei risvolti interessanti. «Chiediamo a tutti i ‘realisti’ del clima di rifiutare il loro invito alla COP28 e di unirsi a noi per la prima Earth Social Conference a dicembre», così oltre 50 organizzazioni ambientaliste e per i diritti umani di tutto il mondo hanno invitato a partecipare alla loro conferenza sociale sul clima e chiesto di boicottare il contestato vertice di Dubai. L’obiettivo è quindi una conferenza alternativa, che sia però anche di più ampio respiro dato che verranno trattati temi come il conflitto in Medio Oriente e le nuove forme di colonizzazione. L’evento sta avendo luogo nella zona di Casanare e durerà fino al 10 dicembre. La maggior parte di chi ha organizzato o parteciperà alla co...

vai a leggere

Alla fine alla COP28 è stato trovato l’accordo. I 198 delegati alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima hanno approvato il cosiddetto Global Stocktake, dove, per la prima volta, si parla di “transizione dai combustibili fossili”. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma non è esplicitato se l’abbandono definitivo di gas e petrolio dovrà avvenire effettivamente entro tale data. Il testo non ha infatti incluso le espressioni “phase out” o “phase down” (eliminazione graduale), alle quali si erano opposte le nazioni produttrici di petrolio, a partire dalla padrona di casa Arabia Saudita. Il termine scelto è stato invece il meno impegnativo “transitioning away” (transizione), da attuare in un non meglio specificato modo “equo, giusto e ordinato”. La formulazione adottata è però nel complesso vaga e, soprattutto, non vincolante dato...

vai a leggere

Che il vertice delle Nazioni Unite sul clima fosse una farsa si era intuito già da un po’, ciononostante risultava difficile credere che si potesse fare ancora peggio. Quest’anno, invece, le contraddizioni e i potenziali conflitti di interesse sono stati persino messi alla luce del sole, in bella vista, davanti agli occhi di tutti. Il risultato è che, per farla breve, le decisioni che dovrebbero risolvere la crisi climatica sono state messe in mano a chi l’ha causata. La 28esima Conferenza delle Parti sul clima (COP28), avrà infatti luogo negli Emirati Arabi Uniti e sarà presieduta dal capo del colosso petrolifero della nazione. Il sultano Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi national oil company (ADNOC), avrà il compito di definire l’agenda della principale conferenza internazionale sulle questione climatiche, rivestendo un ruolo centrale nei negoziati finalizzati a raggiungere, in teoria, un consenso su punti come la...

vai a leggere
^