piano adattamento cambiamenti climatici
La notizia non è sui social del ministero dell’Ambiente e non è stata trattata neppure nella conferenza stampa di fine/inizio anno della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Eppure il fatto che l’Italia si sia finalmente dotata di un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) dovrebbe essere motivo di vanto da parte del governo, soprattutto perché i cinque esecutivi precedenti non erano riusciti a farlo. La sensazione che emerge è quella di un impegno portato a termine in forte ritardo, senza grande fiducia, come un obbligo da dover rispettare e del quale non si condividono granché l’urgenza e l’esigenza. Dopo quasi nove anni di attesa e disinteresse trasversali agli schieramenti politici (Renzi, Gentiloni, Conte, Conte bis, Draghi), il governo ha finalmente pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È un buon inizio e lo celebriamo. Però il piano ha… pic.twitter.c...
PNIEC, RePowerEu, piano Mattei: per l’Italia l’estate 2023 potrebbe essere ricordata come la stagione in cui è stata disegnata l’energia del futuro. Prima la pandemia e poi la crisi dei prezzi del gas, la guerra in Ucraina e un forte aumento dell’inflazione hanno reso necessario un aggiornamento sistemico del modello energetico italiano. A tale complesso periodo storico vanno poi affiancati i nuovi obiettivi ambientali sanciti dall’Unione Europea negli ultimi anni, che vuole porsi alla testa della transizione ecologica. Così il governo Meloni si è ritrovato a dover preparare, sin dal suo insediamento a ottobre 2022, una serie di piani e progetti con i quali adeguarsi ai nuovi equilibri da qui al 2030, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. “La transizione ecologica e la sostenibilità ambientale devono camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica”...