ambiente
Sette cavalli selvatici sono stati reintrodotti nella steppa del Kazakistan, dove mancavano da almeno due secoli. Gli esemplari sono cavalli di Przewalski, anche detti cavalli selvatici mongoli o takhi. Quattro di essi provengono dallo zoo di Berlino, mentre altri tre da quello di Praga. Secondo il direttore dello zoo di quest’ultima città, la reintroduzione in questione rappresenta un «evento di importanza storica». Arrivati a destinazione, gli equini verranno tenuti per un anno in un’area in cui potranno abituarsi alla convivenza reciproca e alle nuove condizioni climatiche e ambientali, il tutto sotto la stretta sorveglianza di un gruppo di esperti. Successivamente, verranno liberati in natura, dove daranno un contributo positivo in termini ecologici, tanto per la fauna quanto per la flora della steppa. I cavalli Przewalski (in kazako conosciuti come Kertagy o Kerkulan) sono l’ultima specie di cavallo geneticamente selvatico rimasta al mondo. La spec...
Migliaia di persone sabato scorso si sono riversate in piazza a Saccargia, nelle campagne di Codrongianus (Sassari), per una grande mobilitazione contro l’assalto speculativo alle fonti rinnovabili in Sardegna. La manifestazione, dal titolo “E-Vento di Saccargia”, ha visto la presenza di gazebo informativi dei comitati e degli interventi sul palco dei loro portavoce e di una serie di esperti, nonché di momenti musicali di artisti che hanno voluto dare il loro contributo alla causa. La manifestazione segue di pochi giorni l’incontro avuto dai membri del coordinamento con la neo presidente della Regione Alessandra Todde, in seguito all’approvazione del ddl della Giunta che ha bloccato per 18 mesi l’installazione di impianti da rinnovabili. Secondo i comitati, anche in seguito al confronto, che si è svolto in un’atmosfera serena e di dialogo, permangono numerosi «punti oscuri», in particolare sul tetto minimo di 6,2 GW di rinno...
Martedì 18 giugno ha avuto luogo, a Torino, la prima udienza del cosiddetto “processo Smog”, il primo processo per ecoreati mai realizzato in Italia. Tra gli imputati vi sono gli ex sindaci del capoluogo piemontese Chiara Appendino e Piero Fassino, oltre all’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Secondo le accuse, tra il 2015 e il 2019, questi non avrebbero messo in campo misure adeguate per garantire la tutela della qualità dell’aria della città di Torino, che risulta ad oggi essere tra i Comuni più a rischio per questo tipo di inquinamento. Per questo motivo, agli amministratori pubblici viene contestato il reato di inquinamento ambientale colposo. Secondo i consulenti della procura, le concentrazioni sopra i limiti di legge degli inquinanti registrati nell’area torinese avrebbero causato oltre mille morti premature e diversi ricoveri ospedalieri. Un secondo filone dell’inchiesta, riferito a un periodo success...
In seguito ai controlli eseguiti da Arpa Piemonte, che ha certificato il mancato rispetto dei limiti delle emissioni di Pfas nell’ambiente, la provincia di Alessandria ha mandato una doppia diffida a Syensqo – l’ex Solvay – imponendo il fermo delle produzioni per 30 giorni. La decisione è scattata dopo che nelle ultime settimane l’azienda è stata al centro di rilasci di schiume particolarmente gravi nel fiume Bormida e dopo indagini condotte già da anni sfociate in accuse per disastro ambientale colposo e che hanno portato a scoperte tutt’altro che rassicuranti, come il ritrovamento di Pfas nel sangue degli abitanti di Spinetta Marengo. «È tempo di una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste sostanze pericolose per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini», ha commentato Greenpeace Italia. I Pfas sono un gruppo che raccoglie oltre 10.000 molecole sintetiche non presenti in natura, utili...
Con un provvedimento pubblicato a pochi giorni dalle elezioni, il governo Meloni ha stanziato altri 230 milioni di euro di fondi pubblici (dopo i 200 dello scorso anno) a beneficio di nuovi impianti di risalita e per i sistemi di innevamento artificiale delle piste da sci. La decisione non solo contrasta con quanto denunciato da molti anni da comitati e comunità montane che denunciano come lo sci di massa sia nocivo per i territori dal punto di vista sociale e ambientale, ma anche con quanto recentemente messo nero su bianco dalla Banca d’Italia nel 2022 che, in un rapporto, spiegò come l’innevamento artificiale (e la pratica dello sci alpino) non siano più sostenibili dal punto di vista economico a causa della sempre minore presenza di precipitazioni nevose a causa del surriscaldamento. Inoltre l’innevamento artificiale è causa di grande consumo idrico e di inquinamento dei territori a causa delle sostanze chimiche utilizzate nella produzione dell...