oceani
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Che limitare l’aumento delle temperature globali entro 1,5°C, come stabilito nell’accordo di Parigi del 2015, sia una missione impossibile senza la transizione dai combustibili fossili all’energia pulita non è certo più una notizia. È un passaggio ormai dato per assodato da studi e rapporti di panel di esperti e studiosi ed è una informazione acquisita anche dai governi. Fa notizia, però, se ad affermarlo è una compagnia petrolifera. La scorsa settimana Shell ha pubblicato gli “Scenari di sicurezza energetica”, una nuova serie di scenari in cui la compagnia petrolifera e del gas immagina come possa cambiare il sistema energetico globale nel corso del secolo. Tra le righe del rapporto – osserva Carbon Brief che ha analizzato in profondità lo studio – si legge chiaramente che rimanere al di sot...
Nonostante il dibattito politico internazionale, le proteste di associazioni ambientaliste e gli studi di numerosi scienziati, la Norvegia è diventata la prima nazione al mondo a dar il via al deep-sea mining: la controversa attività di estrazione di minerali critici in acque profonde che in nome della transizione energetica rischierebbe di danneggiare proprio l’ambiente. La decisione è stata presa dal Parlamento con 80 voti a favore e 20 contrari e permetterà di raschiare un’area marina di circa 281.000 km quadrati, la quale verrà suddivisa in lotti che saranno assegnati alle società minerarie incaricate di estrarre litio, magnesio, cobalto, rame, nichel e tutti gli altri metalli delle terre rare presenti nei fondali del Mar di Norvegia. Attualmente non sono ancora state definite tempistiche e scadenze in quanto ci sarebbe prima l’intenzione di «vedere se può essere fatto in maniera sostenibile». Tuttavia, la notizia ha gi...
In un’udienza storica, le piccole nazioni insulari colpite in modo sproporzionato dalla crisi climatica hanno in un certo senso affrontato i Paesi che rilasciano più emissioni di gas serra. Un caso di giustizia climatica unico nel suo genere che ha avuto luogo presso il tribunale di Amburgo, in Germania. Le nazioni ricorrenti – tra cui Bahamas, Tuvalu, Vanuatu, Antigua e Barbuda – nel dettaglio, hanno chiesto al Tribunale internazionale per il diritto del mare di stabilire se le emissioni di anidride carbonica assorbite dall’ambiente marino possano essere considerate inquinamento. Essendo uno dei maggiori serbatoi di carbonio del pianeta, l’oceano assorbe infatti il 25% delle emissioni di anidride carbonica, cattura il 90% del calore generato da tali emissioni e produce metà dell’ossigeno mondiale. Tuttavia, l’anidride carbonica in eccesso prodotta dalle attività industriali ha già causato non pochi squilibri, tra cui unR...
La zona profonda e priva di luce dell’oceano, situata tra i 200 e i 1.000 metri sotto la superficie, è sorprendentemente povera di ferro, al punto da limitare la crescita di batteri, i quali, però, compensano producendo molecole che ne facilitano l’assorbimento dall’acqua circostante: è quanto emerge da una nuova ricerca guidata da scienziati dell’University of South Florida, sottoposta a revisione paritaria e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. Gli autori hanno spiegato che l’esperimento potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dei processi microbici negli oceani profondi e, soprattutto, fornire nuove stime e parametri riguardanti l’assorbimento del carbonio da parte degli oceani, il quale dipende fortemente dall’attività batterica e risulta fondamentale per mitigare il cambiamento climatico. La regione analizzata, chiamata “zona crepuscolare”, è caratterizzata dal fatto che la luc...