deep-sea mining
Nonostante il dibattito politico internazionale, le proteste di associazioni ambientaliste e gli studi di numerosi scienziati, la Norvegia è diventata la prima nazione al mondo a dar il via al deep-sea mining: la controversa attività di estrazione di minerali critici in acque profonde che in nome della transizione energetica rischierebbe di danneggiare proprio l’ambiente. La decisione è stata presa dal Parlamento con 80 voti a favore e 20 contrari e permetterà di raschiare un’area marina di circa 281.000 km quadrati, la quale verrà suddivisa in lotti che saranno assegnati alle società minerarie incaricate di estrarre litio, magnesio, cobalto, rame, nichel e tutti gli altri metalli delle terre rare presenti nei fondali del Mar di Norvegia. Attualmente non sono ancora state definite tempistiche e scadenze in quanto ci sarebbe prima l’intenzione di «vedere se può essere fatto in maniera sostenibile». Tuttavia, la notizia ha gi...
È iniziata oggi la terza parte della 28esima sessione dell’ISA, la International Seabed Authority, l’organismo intergovernativo responsabile della supervisione delle operazioni di estrazione in acque profonde e della protezione degli oceani. La sessione di incontri durerà fino all’8 di novembre. A segnare quello che è un passaggio chiave per le politiche globali sugli oceani è stata la richiesta, presentata mercoledì da un centinaio di gruppi ambientalisti che hanno chiesto una moratoria sull’estrazione sottomarina proprio in vista della riunione che si é aperta oggi a Kingston, in Giamaica. Gli oppositori al deep sea mining temono infatti che si stia aprendo la strada all’inizio dello sfruttamento nel prossimo futuro, nonostante le devastanti conseguenze – ancora poco esplorate – che le miniere sui fondali oceanici avranno sull’ecosistema marino. Il peggio – sottolineano gli attivisti – è ch...