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Il dl Energia, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, ha aperto all’autocandidatura dei Comuni a sito potenziale per la realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari, area di 95 mila metri cubi dove verranno riposti i rifiuti radioattivi. In questo modo, ad offrirsi per la posizione potranno essere anche enti locali non inclusi nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (la CNAPI, mai resa pubblica, nonostante sia pronta da mesi). Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin l’ha definita una decisione «necessaria per accelerare i tempi di individuazione di un’area di cui il Paese ha forte bisogno». La misura ha suscitato, nel suo complesso, non pochi malumori e perplessità, poiché di fatto sconfina dal percorso che, negli ultimi anni, ha portato all’individuazione di decine di siti potenzialmente idonei ad ospitare le scorie sulla base di rigidi criteri tecnico-scientifici. Eppure, in questo scenario, &...