Cambiamento climatico
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. “Agire ora o sarà troppo tardi”. La parte finale del sesto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), ha lanciato l’ennesimo avvertimento. Sempre uguale, quasi una litania. Ascoltata, ripetuta anche dai leader politici ma che non si trasforma in azioni immediate. Queste si diluiscono, invece, nei complessi compromessi tra politica, gruppi industriali, società energetiche e mercati, senza considerare le ricadute economiche e sociali della transizione energetica. Le Conferenze sul Clima sono uno specchio di questi complessi rapporti di forza: la prima settimana a dire che non c’è molto tempo, la seconda – quella dei negoziati politici – a spiegare che c’è bisogno di tempo. E mentre trascorriamo le nostre amabili domeniche casalinghe a discutere di vernici lava...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. L’idea di fare un round-up settimanale sulla crisi climatica è nata sulla scia della newsletter sul clima del Guardian che ogni settimana pubblica i dati sull’anidride carbonica nell’atmosfera, un indicatore che ci racconta lo stato della crisi climatica e della salute del nostro pianeta. Questa settimana, la concentrazione atmosferica di CO2, il gas serra principale responsabile del riscaldamento globale, ha superato per la prima volta le 424 parti per milione (ppm). Nei giorni scorsi aveva già superato le 423. Più della metà della CO2 prodotta dalle attività umane, dalla Rivoluzione Industriale ad oggi, è stata rilasciata nell'atmosfera dal 1990. Purtroppo, questo dato non fa notizia e non trova riscontro nelle politiche climatiche dei governi, le cui azioni di taglio delle emissioni sono puntualmente dilazionate nel tempo...
In base ai dati preliminari forniti da ben tre agenzie meteorologiche (Giappone, Stati Uniti, Unione Europea), l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha stabilito che la prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata da quando vengono rilevate le temperature. E il 2023 si candida sempre di più come l’anno con le temperature più alte di sempre. Gli impatti del caldo record sono stati avvertiti in tutto il mondo. Dopo le ondate di calore in Cina e negli Stati Uniti e la siccità in Spagna, temperature superiori alla media sono state registrate in India, Iran e Canada, mentre il caldo estremo in Messico ha provocato più di 100 morti. La scorsa settimana ad Adrar, in Algeria, c’è stata la notte più calda di sempre in Africa, con le temperature che non sono scese sotto i 39,6°C. Nel frattempo la Nigeria si appresta ad affrontare un’altra serie di pericolose inondazioni. In questi giorni ab...
“Dopo anni di tenaci sforzi, il cielo nel nostro paese è più blu, la terra è più verde, l'acqua è più limpida, i colori delle numerose montagne e dei numerosi fiumi del nostro paese sono più vividi”. Che si parli di ambiente o di economia, le narrazioni della Cina intorno ai suoi sforzi ambientali non mancano di poesia. Mercoledì 18 luglio l'inviato per il clima di Washington, John Kerry, si preparava a lasciare Pechino dopo tre giorni di incontri senza risultati concreti. In quelle ore, in un’altra stanza della capitale, il presidente cinese Xi Jinping pronunciava il suo discorso di chiusura alla Conferenza nazionale sulla protezione ecologica e ambientale. Come molti si aspettavano, 72 ore non sono state sufficienti a ricucire un dialogo sul clima che entrambe le potenze amano citare senza però concretizzarne gli intenti. Tuttavia, la riapertura del dialogo tra i due paesi potrebbe essere di per sé una buona not...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. I principali media italiani negli ultimi mesi hanno dedicato meno spazio alla questione ambientale, nel frattempo sono raddoppiate le pubblicità di aziende inquinanti e la crisi climatica viene raccontata come se non avesse responsabili, a riprova dell’influenza esercitata dall’industria dei combustibili fossili sul mondo dell’informazione. È quanto emerge dal nuovo rapporto che Greenpeace Italia ha commissionato all’Osservatorio di Pavia, istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione. Lo studio ha esaminato, nel periodo fra settembre e dicembre 2022, come la crisi climatica è stata raccontata dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa), dai telegiornali serali di Rai, Mediaset e La7 e da un campione di programmi televisivi di approf...