Unione europea

Il 10 aprile il Parlamento Europeo ha votato in composizione plenaria l’adozione del nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo: le norme approvate saranno formalmente adottate, dopo che il Consiglio europeo le avrà approvate, entro giugno del 2024. È la fine di un percorso iniziato quattro anni fa. La proposta legislativa della Commissione Europea del 2020 era nata con l’obiettivo di delineare un quadro comune europeo per la gestione della migrazione e dell'asilo, con diverse proposte legislative. Alla fine dello scorso anno, il Consiglio e il Parlamento Europeo avevano raggiunto un accordo provvisorio, ma che già marcava la direzione della politica dell’Unione, sui cinque pilastri chiave: il regolamento sulla gestione dell’asilo e delle migrazioni, la risposta alle crisi migratorie, le procedure di asilo, l’implementazione dello European Dactyloscopie (Eurodac) e le nuove procedure di screening.  Di cosa parliamo in questo arti...

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European First. Si potrebbe sintetizzare così l’accordo sull'asilo e la migrazione raggiunto il 20 dicembre dopo negoziati durati una notte intera tra i rappresentanti dei governi nazionali, del Parlamento Europeo e della Commissione Europea. Dopo anni di scontri e fratture, l’Unione Europea si consolida, rafforzando le mura della sua fortezza, erigendo muri, innalzando per un attimo le persone migranti a un ruolo difficile da mantenere e poi lasciandoli cadere. In mezzo al mare.  Aspettavamo la riforma del sistema europeo di asilo e migrazioni da tempo. Sono anni che si parla di riforma del Regolamento di Dublino e, in particolare, del suo principio cardine: che sia il paese di ingresso a farsi carico di tutte le procedure di asilo anche se chi arriva non intende soggiornare nello Stato dove approda. C’era grande attesa per questo patto sull’asilo e sulle migrazioni perché definirà l’orientamento rispetto alle politiche migrator...

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Il progetto per la miniera di Jadar, al confine con la Bosnia Erzegovina, è considerato fondamentale per la transizione energetica avviata da Bruxelles. Ma i cittadini temono per le conseguenze ambientali

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A fine 2024 comincerà l’implementazione vera e propria del provvedimento, uno dei più ambiziosi dell’agenda verde europea. Ma otto governi protestano

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Siccità e temperature sopra la media hanno creato le condizioni perfette per la nascita di roghi spontanei

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