piano clima ed energia
In Italia, si sa, i piani si annunciano ma non si rispettano. È il rischio maggiore che aleggia sul PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che il governo Meloni ha inviato nei giorni scorsi alla Commissione Europea. Il documento strategico che definisce la politica energetica e climatica a medio e lungo termine di un paese, scrive il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando in alcuni casi anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili”. Con l’invio, avvenuto l’1 luglio (e una rettifica di cui parleremo a breve), l’Italia è uno dei pochi paesi europei - insieme a Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia - ad aver rispettato la scadenza fissata dalla Commissione. Ma lo ha fatto a discapito della trasparenza e della partecipazione, fissando un questionario consultivo della durata di...
La notizia non è sui social del ministero dell’Ambiente e non è stata trattata neppure nella conferenza stampa di fine/inizio anno della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Eppure il fatto che l’Italia si sia finalmente dotata di un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) dovrebbe essere motivo di vanto da parte del governo, soprattutto perché i cinque esecutivi precedenti non erano riusciti a farlo. La sensazione che emerge è quella di un impegno portato a termine in forte ritardo, senza grande fiducia, come un obbligo da dover rispettare e del quale non si condividono granché l’urgenza e l’esigenza. Dopo quasi nove anni di attesa e disinteresse trasversali agli schieramenti politici (Renzi, Gentiloni, Conte, Conte bis, Draghi), il governo ha finalmente pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È un buon inizio e lo celebriamo. Però il piano ha… pic.twitter.c...
In base ai dati preliminari forniti da ben tre agenzie meteorologiche (Giappone, Stati Uniti, Unione Europea), l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha stabilito che la prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata da quando vengono rilevate le temperature. E il 2023 si candida sempre di più come l’anno con le temperature più alte di sempre. Gli impatti del caldo record sono stati avvertiti in tutto il mondo. Dopo le ondate di calore in Cina e negli Stati Uniti e la siccità in Spagna, temperature superiori alla media sono state registrate in India, Iran e Canada, mentre il caldo estremo in Messico ha provocato più di 100 morti. La scorsa settimana ad Adrar, in Algeria, c’è stata la notte più calda di sempre in Africa, con le temperature che non sono scese sotto i 39,6°C. Nel frattempo la Nigeria si appresta ad affrontare un’altra serie di pericolose inondazioni. In questi giorni ab...