biocarburanti
Sembra preistoria ma nel 2015, all’epoca della COP21 e degli Accordi di Parigi, tra gli impegni fissati per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C rispetto all’era pre-industriale c’era anche lo stanziamento di 100 miliardi di euro all'anno da parte degli Stati più ricchi verso i paesi del cosiddetto sud del mondo. Si trattava, e si tratta, di un punto nodale della finanza per il clima. Come spiega ECCO, il think tank italiano per il clima, “il termine si applica alle risorse finanziarie dedicate ad affrontare i cambiamenti climatici da parte di tutti gli attori pubblici e privati dalla scala globale a locale, inclusi i flussi finanziari internazionali ai paesi in via di sviluppo per assisterli nell’affrontare i cambiamenti climatici”. Per l’Italia il principale strumento pubblico per perseguire l’obiettivo degli Accordi di Parigi è il Fondo Italiano per il Clima: fino al 2026 avrà...
“Siamo convinti che anche i biocarburanti possano rientrare nella categoria dei combustibili neutri in termini di bilanciamento complessivo di CO2 e contribuiscano alla progressiva decarbonizzazione del settore. Ci adopereremo pertanto, nell’ambito delle procedure di approvazione degli atti legislativi indicati dalla Commissione, a far considerare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2”. Il commento del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin prova a mascherare la delusione del governo Meloni che sui biocarburanti deve incassare un altro boccone amaro europeo. Il 28 marzo, infatti, il Consiglio Energia dell’Unione Europea, in cui erano presenti i rappresentanti governativi sul tema dei 27 Stati membri, ha approvato il regolamento che stabilisce standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 più rigorosi per autovetture e furgoni nuovi. In applicazione del pacchetto di misur...