braccianti agricoli
di Angela Falconieri Piango, quando vedo i miei fratelli soffrire, piango, quando mi alzo alle 4 del mattino per andare incontro alle mie illusioni nelle piantagioni di arance e mandarini per la modesta somma di 25 euro se non di meno, piango, quando vedo i miei fratelli che vivono nei ghetti senza acqua e senza elettricità, situazione quasi impossibile e inaccettabile per l’umanità, piango, e mi fa male il cuore, piango e soffro. [tratto da Yen Fehi Bako, ‘Le lacrime di Ibrahim’, di Ibrahim Diabate] Spesso di caporalato e sfruttamento agricolo si parla solo quando fa notizia. Quando muore un bracciante per le condizioni disumane di lavoro, quando si parla dello stato dei ghetti, dove queste persone vivono, per i casi di razzismo nei confronti degli immigrati che lavorano nei campi. L’attenzione dura il tempo della copertura mediatica. Poco sappiamo delle vite dei braccianti. E, insieme alle loro storie, ci perdiamo, quando ci sono, anche i loro percor...