emissioni

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Il 2023 sarà ricordato come l’anno più caldo di sempre, l’anno degli eventi meteorologici estremi, delle ondate di calore, della siccità, degli incendi devastanti, delle alluvioni, l’anno della criminalizzazione degli attivisti climatici e di una delle Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima più controverse di sempre che ha portato all’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili, senza tuttavia mettere nero su bianco la loro eliminazione graduale.  L’accordo raggiunto alla COP28 e il nostro futuro All'inizio del 2023, l’Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) ha parlato per la prima volta di superamento del picco del consumo di petrolio, gas e carbone prima del 2030. “Non è una questione di ‘se’, ma di ‘quanto presto’ - e prima avviene, meglio è...

vai a leggere

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. “Oltre ogni immaginazione”, “Farsesco”, “Menzogne”, “Quando si mette il Conte Dracula a capo della Banca del Sangue…”. Hanno suscitato un’ondata di riprovazione globale le affermazioni del presidente della COP28, Sultan Al Jaber, rese pubbliche dal Guardian e dal Centre for Climate Reporting domenica scorsa.  Due settimane fa nel corso di un incontro online, moderato da Mary Robinson, l'ex Presidente dell'Irlanda, ora importante sostenitrice della transizione ecologica, Al Jaber – che, oltre della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima in corso a Dubai, è anche a capo di Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, e di Masdar, la società statale di energia rinnovabile – ha affermato [min. 4] che non esiste alcuna prova scientifica che dimostri che l'elim...

vai a leggere

COP, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, è verosimilmente l’unico posto in cui, nient’affatto contentissima – dato che tutto poteva essere diverso e ogni cosa poteva essere fatta più coraggiosamente e meglio, ma soprattutto prima – mi alzerò in piedi applaudendo un petroliere, quasi in lacrime abbraccerò Ferdinando, lui in lacrime per davvero mentre si nasconde la faccia nelle mani, e parlando al plurale chiederò alle amiche e agli amici che saluterò per rivederci tra un anno secondo questa scansione del tempo tutta nostra: cosa ce ne pare? Che ne pensiamo? Come facciamo adesso? Se c’è una cosa che questa COP ha dimostrato, mi ha detto la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, è il potere del consenso. Per di più, lo ha fatto quando a crederci non era rimasto nessuno. Nemmeno noi, la stampa, i cosiddetti guardiani della democrazia. Perché il penultimo giorno, un giornali...

vai a leggere

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Nei giorni scorsi il sultano, Al Jaber, chief della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la COP28, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, ha organizzato una due giorni di colloqui pre-COP ad Abu Dhabi. In molti li hanno definiti cruciali. Perché?  Perché questi colloqui sono arrivati in un contesto molto particolare: dopo un’estate caratterizzata da ondate di calore prolungate, siccità, tempeste, inondazioni; nel mentre della guerra tra Israele e Hamas; all’indomani della pubblicazione di una serie di studi e analisi sullo stato dello scioglimento dei ghiacciai, sull’andamento delle emissioni di CO2, sulla deforestazione, sul riscaldamento globale per certi versi sconfortanti. Un recente studio su Nature ha rilevato che le ondate di calore estremo nell’Europa occidentale sono aumentate pi&#...

vai a leggere

Il phase-out, l’abbandono graduale dei combustibili fossili, non è stato inserito nel testo finale del Global Stocktake (GST). Il documento su cui si erano concentrate le maggiori aspettative di questa COP28 è stato approvato la mattina del 13 dicembre, un giorno dopo la fine prevista dei lavori. I combustibili fossili però, innominabili per i paesi produttori di petrolio e innominati nei testi degli ultimi tre decenni di conferenze sul clima delle Nazioni Unite, per la prima volta compaiono, anche se non nella formula che molti avrebbero voluto: erano quasi 130 i paesi schierati per il phase-out, ma le resistenze di quelli produttori di petrolio non hanno concesso di più. Il testo invita (calls on, una terminologia giudicata debole nel gergo della diplomazia climatica, manca l’urgenza) le parti a fare una transizione che li porti lon...

vai a leggere
^