ambiente

Nel mese di maggio, in Italia, oltre la metà della domanda di energia è stata prodotta da fonti rinnovabili, facendo segnare il valore mensile più alto di sempre. Lo ha reso noto ieri Terna, la società pubblica che gestisce la rete elettrica, che ha attestato come le fonti rinnovabili, lo scorso mese, abbiano coperto nello specifico il 52,5% della domanda elettrica italiana, oltre il 10% in più rispetto al maggio del 2023, in cui era stato registrato un 42,3%. Il dato è solo l’ultima tappa di una tendenza che sembra delinearsi in maniera molto chiara. Nella fase compresa tra gennaio e maggio 2024, infatti, la capacità rinnovabile in esercizio in Italia ha visto un aumento di 3,015 Gigawatt, ovvero il 42% in più rispetto al medesimo arco temporale del 2023 Nei piani del governo, per il 2024, c’è quello di arrivare a 8 Gigawatt. Nello specifico, nel maggio 2024, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si è regist...

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Negli Stati Uniti sono già cinque le azioni collettive contro l’industria delle acque in bottiglia lanciate nei primi mesi di quest’anno. I cittadini, in particolare, stanno accusando i produttori di mancanza di trasparenza, in quanto non segnalano la presenza di microplastiche nelle etichette dell’acqua, nonostante numerosi studi abbiano confermato questa presenza. Anche se la comunità scientifica sta ancora indagando sui danni causati dalle microplastiche, i querelanti sono determinati a portare la questione in tribunale. L’accusa sostiene che le aziende che producono e vendono acqua in bottiglia avrebbero violato le norme a tutela dei consumatori etichettando la loro acqua come “naturale”. In realtà, si presume che contenga microplastiche, ovvero microscopici e potenzialmente tossici frammenti di plastica tutt’altro che naturali. Nello specifico, i contenziosi coinvolgono le aziende The Wonderful Co., Bluetriton Brands Inc., D...

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Alti livelli di PFAS sono stati trovati nel sangue di tutti i 36 cittadini di Spinetta Marengo – Comune in provincia di Alessandria in cui sorge la Syensqo (ex Solvay), finita al centro di un processo per disastro ambientale – recentemente sottoposti a biomonitoriaggio. Nel 100% dei casi, infatti, risultano presenti concentrazioni superiori ai 2 nanogrammi per millilitro, soglia individuata come valore di riferimento dalla National Academies of Sciences e dal protocollo della Regione Piemonte, oltre la quale possono verificarsi effetti deleteri sulla salute umana. I 36 cittadini si sono sottoposti in maniera volontaria al test, promosso dalle associazioni Ànemo , Greenpeace Italia e Comitato Stop Solvay, nel mese di maggio. Le analisi, pagate di tasca propria dagli alessandrini, sono state effettuate da un laboratorio dell’Università tedesca di Aquisgrana. Un dato allarmante, dato che i PFAS sono sostanze altamente persistenti che possono causare molteplici...

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La caccia alle cosiddette “materie prime critiche”, cioè gli elementi necessari per assemblare batterie e più in generale quasi ogni tipo di dispositivo tecnologico, sta iniziando anche sul suolo europeo. Ieri il Consiglio dei ministri italiano ha approvato un decreto legge per unirsi alla corsa. Cobalto, rame, litio, magnesio, grafite, nichel, silicio, tungsteno, titanio ed altre ancora: sono 34 le «materie critiche» definite come fondamentali per il futuro europeo ed italiano, di cui 17 sono considerate «strategiche». Materiali che il governo ritiene necessari per «promuovere la transizione digitale e verde» dell’industria nazionale, e che ora vuole ricercare proprio nel sottosuolo italiano. Secondo il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – propulsore del dl insieme al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – in Italia di materie critiche ne abbiam...

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In Brasile esiste una missione che è frutto della collaborazione tra ricercatori e popolazioni indigene e che mira alla tutela dei primati dell’Amazzonia: si tratta del Progetto Reconecta, il quale è stato ideato dalla biologa e vincitrice del premio Whitley 2024 Fernanda Ambra e prevede la costruzione di “ponti” finalizzati a collegare le chiome degli alberi situati ai due lati della strada che percorre gli Stati di Amazonas e Roraima, permettendo così alla fauna locale di attraversare evitando il pericolo investimento, che è infatti una delle principali cause di morte per i primati nella regione. Lavorare al progetto è «un patrimonio di conoscenze e una meravigliosa esperienza di apprendimento» secondo la biologa, che ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle comunità tradizionali in quanto «sanno esattamente cosa è necessario per proteggere le foreste». Il Brasile sta affrontando un dilemma am...

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