ambiente

di Andrew Stroehlein (da Daily Vrief, newsletter di Human Rights Watch) Mentre gli effetti del riscaldamento globale diventano sempre più evidenti, in questi giorni il caldo ha conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo come mai prima d'ora. In Arabia Saudita, questo mese, più di 1300 persone sono morte durante l'Hajj, l'annuale pellegrinaggio alla Mecca. Lo stress da calore è stato uno dei principali fattori che hanno contribuito al bilancio delle vittime, con temperature che hanno superato i 50 gradi. Negli gli Stati Uniti, circa 65 milioni di persone stanno affrontando l'allerta calore, dato che un'altra "bolla di calore" ha spinto le temperature in alcune località sopra i 50 gradi. Nel paese le ondate di calore sono più letali di uragani, inondazioni e tornado messi insieme e i decessi legati al caldo sono in aumento, con oltre 2300 nel 2023. In entrambi i luoghi - Arabia Saudita e Stati Uniti - i danni umani sono stat...

vai a leggere

Cosa hanno in comune le azioni di Ultima Generazione con il vandalismo sulla statua di Montanelli? Una vulgata giornalistica molto diffusa vede queste azioni come proteste fini a sé stesse, mosse da intenti esibizionistici e su questioni non collegate alle azioni stesse. Anche posizioni pubbliche più vicine alla causa climatica e a quella femminista hanno espresso scetticismo al riguardo perché, pur condividendo il fine, ne deplorano i mezzi la cui modalità eclatante e radicale rischierebbe di alienare le simpatie del pubblico.  Eppure dietro al rifiuto di principio o allo scetticismo strategico si nasconde un non detto molto diffuso: se non vanno bene queste cause e queste strategie, per cosa si dovrebbe combattere oggi e come si dovrebbero portare avanti queste istanze? Ragioni anagrafiche (la popolazione di 0-14 anni è il 12,4%, mentre quella over 65 è il 24%, ISTAT 2023) e una buona dose di pigrizia intellettuale fanno sì che buona parte...

vai a leggere

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Secondo una nuova ricerca pubblicata il 14 febbraio su Nature, quasi metà dell'Amazzonia dovrà affrontare diversi fattori di stress “senza precedenti” che potrebbero spingere la foresta verso un importante punto di non ritorno entro il 2050. La più grande foresta pluviale del mondo è già sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici, della deforestazione, della perdita di biodiversità e delle condizioni meteorologiche estreme.  Circa il 20% dell'Amazzonia è già stato deforestato e un altro 6% è “altamente degradato”. Secondo diversi studi, la sezione brasiliana dell'Amazzonia è ora una “fonte” netta di carbonio, piuttosto che un “pozzo”, a causa di una serie di fattori tra cui la deforestazione.  Gli studiosi hanno da tempo avvertito che il cambiamento...

vai a leggere

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Aprile 2024 ha segnato una svolta potenzialmente epocale per le cause legali climatiche: per la prima volta un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani ha sostenuto esplicitamente il diritto alla protezione del clima. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha dato ragione all’istanza presentata dalle KlimaSeniorinnen, un gruppo di donne svizzere over 64 anni che aveva intentato una causa contro il governo della Svizzera per le sue politiche climatiche ritenute inefficaci. Nello stesso giorno la CEDU ha respinto altre due istanze simili. La vittoria delle KlimaSeniorinnen potrebbe creare un precedente: d’ora in avanti cittadini, associazioni o gruppi informali sanno che possono rivolgersi alla CEDU per chiedere conto delle politiche climatiche statali. È ormai chiaro che i tribunali stanno divenendo l’ennesimo fronte...

vai a leggere

Sono il nostro futuro, il futuro della mobilità, con un ruolo fondamentale per la necessaria transizione ecologica, o “sono una follia che non ha spiegazioni ambientali, economiche, sociali, industriali”, come sostenuto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini?  Una cosa è certa. Dal 2035 non sarà più possibile acquistare nuove auto a benzina e diesel all’interno dei paesi UE. Le case automobilistiche dovranno ridurre del 100% le emissioni di anidride carbonica (CO2) delle nuove auto vendute, con l'obiettivo di favorire il passaggio alla vendita di auto elettriche. Eppure la transizione alle auto elettriche sta incontrando una certa resistenza, non solo nell’opinione pubblica ma anche tra chi dovrebbe sostenere e accompagnare questa transizione. Sempre il ministro Salvini ha detto che le auto elettriche “sono una fesseria dell’Europa che sta facendo un enorme regalo alla Cina”. La sua posizion...

vai a leggere
^